In questo libro assai significativo, Werner Heisenberg ci offre una sorta di autobiografia intellettuale, densa di contenuti sia scientifici, sia filosofici e morali. La prima parte è una sorta di romanzo di formazione, in cui l’A. narra come ha scelto di dedicarsi alla fisica, senza però abbandonare altre sue grandi passioni, la musica e la filosofia in particolare. Nella seconda parte egli racconta la nascita della meccanica quantistica, con importanti riflessioni filosofiche e scientifiche, sotto forma di dialoghi con altri protagonisti della fisica della prima metà del secolo scorso, quali Einstein, Plank, Bohr, Fermi e molti altri, soffermandosi in particolare sui risvolti di carattere teoretico e metascientifico, insiti nella meccanica dei quanta (la cosiddetta interpretazione di Copenaghen). La terza parte del libro affronta tematiche di carattere morale, che si intrecciano strettamente con la storia mondiale e con le vicende personali di Heisenberg: ci riferiamo ai piani di costruzione della bomba atomica. L’A., nella convinzione che il fine non giustifica i mezzi, ma che al contrario «un fine è buono o cattivo a seconda dei mezzi che si impiegano per perseguirlo», racconta il suo impegno nel frenare i piani atomici della Germania, rifiutandosi di cedere alle pressioni di Hitler, ma anche del democratico-cristiano Adenauer.