Robotica e Intelligenza artificiale

L'intelligenza artificiale fa ormai parte delle nostre vite più di quanto pensiamo: i robot vengono adoperati nell'industria, nel settore militare, algoritmi di intelligenza artificiale sono utilizzati in ambito sanitario per analizzare immagini mediche come risonanze magnetiche, radiografie e TAC e per aiutare i medici a rilevare e diagnosticare malattie come cancro, patologie cardiache e disturbi neurologici. Le potenzialità della robotica e dell'A.I. sono innegabili così come il fascino che esercitano sulla società odierna. Queste nuove tecnologie posso aiutare il progresso umano così come però, rischiano di creare e aggravare disparità sociali ed economiche provocando addirittura instabilità geopolitiche.

Il rischio di veder soccombere il nostro spirito critico sotto la crescente efficienza di questi moderni sistemi informatici intelligenti è tangibile.

L' Autore, Dominique Lambert, Dottore in Scienze Fisiche e Filosofia, Professore alla Facultés Notre-Dame de la Paix di Namur (Belgio), si propone di mostrare come questo tema di straordinaria attualità sia in grado di sollevare numerose questioni logiche, epistemologiche, giuridiche, etiche e antropologiche.

Il saggio di Lambert affronta la questione in maniera onesta ed equilibrata e, pur trattandosi di un lavoro di sole 130 pp., ci offre alcuni elementi di indubbio interesse. L'A. prende infatti le distanze sia da ogni tecnofobia che da ogni tecnolatria, con il chiaro intento di pensare ad un progresso tecnologico dell'A.I. coerente e armonioso, capace di rispettare la profondità della persona umana e la sua dignità. Le domande che il libro indirizza sono in fondo quelle abituali alle quali rimanda la questione della tecnica – Che cos'è l'uomo? Cosa caratterizza la sua intelligenza? Che differenza c'è tra umano e umanoide? – ma il modo di esporle e di affrontarle va all'essenziale, senza troppi fronzoli, accostando dati tecnici e buon senso.

Il testo si compone di sette capitoli in cui vengono affrontati aspetti gli principali del rapporto tra pensiero umano e intelligenza artificiale.

Nel primo capito vengono proposte alcune definizioni del termine Robot, offrendo una breve descrizione storica e tecnica dello sviluppo dell'Intelligenza artificiale. Al termine di questa introduzione l'A., tramite alcuni esempi, osserva come oggi si assista ad una "robotizzazione dell'essere umano" e, specularmente, ad una "umanizzazione dei robot" tanto che i limiti tra naturale ed artificiale sembrano dissolversi.

Il secondo capitolo analizza le ragioni dell'espansione della robotica e dell'intelligenza artificiale. Viene preso in considerazione l'impatto di queste tecnologie sulla società, mettendo in evidenza l'odierna mancanza di fiducia nell'individuo e una volontà di negare qualsiasi legittimità di scelta fatta da un'autorità responsabile, sostituendola con mediazioni tecnologiche che si presentano con una "neutralità" matematico-algoritmica apparentemente più rassicurante. In quella che sembra diventare sempre più una società della sorveglianza e della valutazione una riflessione fondamentale si impone. Epistemologica prima, etica e antropologica poi.

Il terzo capitolo prende in considerazione la tematica in oggetto mettendo in luce gli ostacoli logico-epistemologi che sorgono quando l'analogia pensiero umano/macchina e macchina/cervello viene estremizzata.

Nel quarto capitolo del libro la riflessione si sposta sul piano giuridico, etico e politico. Il mondo del diritto, infatti, non sfugge all’introduzione di queste nuove tecnologie basate sulla A.I. Senza dubbio queste possono offrire enormi vantaggi nella gestione e nel supporto del lavoro del giudice che può avvalersi di estese banche dati. Purtroppo  il rischio di cadere in un eccesso di automatizzazione del giudizio è sempre presente. Una delle domande che l’Autore proporrà in questo capitolo è infatti: “Una macchina può essere morale o responsabile?”

Il capitolo quinto è, invece, centrato su importanti questioni antropologiche rispetto al tema trattato. In questa sezione del libro Lambert, pone alcune domande volte a suscitare una profonda riflessione. L’essere umano si riduce a numeri? Le macchine hanno emozioni?  Che posto trova la vulnerabilità umana in questa società ultra-informatizzata? Anche la vulnerabilità, infatti, deve essere messa in conto in modo essenziale se si vuole ottenere un approccio etico e giuridico valido e coerente rispetto al progresso tecnologico dell’intelligenza artificiale.

Nel sesto capitolo viene portata avanti una considerazione rispetto all’importanza della robotica nel nostro mondo attuale. È innegabile che senza questi progressi tecnologici molti settori della nostra vita subirebbero delle involuzioni ma l'A. pone l' attenzione sulla necessita di non lasciarsi sottomettere agli algoritmi. Infatti, spingere il più possibile i limiti della simulazione dell’intelligenza umana non implica, logicamente ed epistemologicamente, che la rappresentazione formale e computazionale dei problemi e delle loro soluzioni si identifichi con ciò che la mente umana opererebbe con la sua semantica, la sua creatività e la sua capacità di sintesi.

Il settimo ed ultimo capitolo riporta alcuni aspetti della visione e dei giudizi della Chiesa cattolica circa queste nuove tecnologie, sebbene ancora in corso di sviluppo data la novità del tema. Si può tuttavia già riconoscere una posizione per nulla tecnofoba, ma giustamente preoccupata di mettere in guardia da una cattiva gestione di queste creazioni della nostra tecnologia, in particolare avvertendo che possono essere utilizzate per fini di dominio di un gruppo umano sull’altro, per mettere in atto logiche di profitto o di esclusione.

Nella sezione conclusiva l’Autore esorta con una massima opportuna: «Agisci in modo che la tua azione non distrugga la tua umanità». Questo imperativo può guidare il nostro agire evitando di incorrere sia in una pericolosa tecnofobia che in una troppo entusiastica tecnolatria.

 

 

 

Autore scheda bibliografica tematica
Sabrina di Forte