Si tratta di un'opera monumentale sulla storia del pensiero medico in Occidente, per la cui stesura l’A. si è avvalso di un'équipe internazionale composta da medici, biologi, storici, sociologi, psicologi e filosofi. Mirko Drazen Grmek è stato docente di Storia delle scienze biologiche e mediche alla Sorbona di Parigi, oltre che curatore ed esperto internazionale degli scritti di Claude Bernard. Lo scopo principale di questo trattato è la ricostruzione storica delle lente trasformazioni e dei bruschi mutamenti delle teorie e delle pratiche mediche occorsi nelle civiltà occidentali, a partire dal V secolo avanti Cristo. La seconda metà del V secolo a.C. costituisce, infatti, una tappa decisiva nel pensiero medico dell'Occidente, poiché in quel periodo si ha la nascita della letteratura medica e dell'arte della medicina. I primi scritti conservati dei medici greci, tramandati con il nome di Ippocrate, risalgono infatti a quel periodo. Un ampio spazio viene dato alla trattazione della Peste Nera nel Basso Medioevo, considerata frontiera di un profondo rivolgimento del pensiero medico. Grmek concepiva l’uomo e la società quali enti composti da elementi corporei e psichici, interagenti attraverso una complessa vicenda di particelle che nascono, vivono, crescono e muoiono. La storia della medicina, dai tempi degli egizi e dei greci alla sorprendente tecnologia dei tempi moderni, è dunque soltanto una lotta per alleviare il peso della malattia e per procrastinare la morte, e non già per eliminarle. Senza di esse, infatti, non esisterebbe la vita. La salute fisica e mentale dell’uomo, secondo Grmek, passa anche attraverso l’accettazione di tale semplice e profonda certezza. Il trattato è senza dubbio uno dei più completi sull’argomento