La teoria evoluzionistica attuale, detta “teoria sintetica” o anche “sintesi moderna”, basata sui meccanismi di selezione darwiniana e sulla casualità delle mutazioni genetiche, è stata ormai largamente accettata nel mondo scientifico come spiegazione efficace dell’evoluzione. Il biologo francese Pierre Grassé, già titolare della cattedra di Evoluzione biologica alla Sorbona e direttore del monumentale Traité de zoologie (28 voll., 1948-1970) lamenta in quest’opera, pubblicata la prima volta nel 1973 (due anni dopo il celebre Il caso e la necessità di J. Monod), lo scarso spirito critico con cui, di norma, si ricorre a tale quadro interpretativo, mettendone in luce i punti tuttora poco chiari. Alcune ipotesi, presentate come certezze dai loro autori, sono per Grassé ancora oggetto di discussione: tra queste, ad esempio, l’aleatorietà delle mutazioni come elemento sufficiente a spiegare tutti i fenomeni evolutivi (come la comparsa dei diversi piani organizzativi e delle grandi divisioni dei viventi), e il concetto stesso di selezione naturale, che escluderebbe la presenza di ogni teleonomia. Se sono indiscutibili le prove del processo evolutivo, lo è meno la loro interpretazione, e restano in gran parte ancora misteriosi i meccanismi che la governano. L’evoluzione viene definita da Grassé «un fenomeno orientato [che] non si nutre solo di variazione ereditarie aleatorie, vagliate da una selezione operante per il bene di una popolazione». Le critiche mosse dall’A. ad alcuni aspetti della “sintesi moderna” vengono fondate scientificamente sulla paleontologia, da lui ritenuta «la sola vera scienza dell’evoluzione», dalla quale egli cerca di gettare un ponte verso la biologia molecolare. L’opera si apprezza anche per la sua apertura alla dimensione filosofica, che ha nello studio dell’evoluzione «una parte niente affatto trascurabile»; l’A., infatti, intendendo «soddisfare al pari le esigenze della biologia e quelle della filosofia», cerca di cogliere il significato filosofico degli elementi dell’evoluzionismo, e, per primo, del ruolo del caso e del suo rapporto con l’intrinseco finalismo biologico. Anche i non addetti ai lavori potranno trarre vantaggio immediato dalla lettura delle sintetiche Conclusioni, che offrono con stile schematico le principali tesi di quest’opera, la maggior parte delle quali non risultano inficiate dai risultati successivi alla pubblicazione del volume, proprio a motivo della loro natura epistemologica e in certo modo fondativa. L’opera è arricchita da tre Appendici, rispettivamente, la classificazione zoologica degli animali, una tavola cronologica della terra ed un utile glossario.