Cervello umano e religione; le neuroscienze di fronte a Dio e alla teologia

Roberto Gallinaro è un professore di filosofia morale, filosofia della religione e antropologia filosofica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, e da anni si occupa di temi legati alle interconnessioni tra queste materie e le nuove scoperte delle scienze biologiche. In questo testo in particolare si concentra sullo studio della religione vista attraverso la duplice lente delle neuroscienze e della teologia, che esprime attraverso l’uso del termine neuroteologia.

Attraverso l’uso di questo neologismo lo studioso vuole enfatizzare la non contraddittorietà di questi due mondi, pur senza negarne la distanza sul piano dei metodi di studio. Si può leggere anche come una dichiarazione d’intenti nel voler affrontare un dialogo all’apparenza impossibile, quello fra le neuroscienze (e più in generale le scienze dure) e la riflessione filosofica e teologica, nel tentativo di valorizzare la carica originale e innovativa di entrambi gli approcci. Gallinaro prende dunque in considerazione un ampio spettro di questioni diverse, poste dalla riflessione teologica e filosofica nel momento in cu si interfacciano con le scoperte della neurobiologia.

In particolare un tema che emerge spesso all’interno del testo è il rapporto fra l’aspetto corporeo e materiale dell’uomo, indagato dalla biologia, e la sua dimensione spirituale, oggetto dello studio della filosofia e della teologia. Infatti, pur essendo l’uomo un essere biologico, e dunque corporeo, compreso il cervello e i suoi automatismi funzionali, la sua identità non può essere ridotta ad un puro e semplice meccanismo biologico, emerso per puro caso da un lungo processo evolutivo. Egli enfatizza in questo senso la natura paradossale dell’essere umano, che pur essendo un sistema biologico, è tuttavia irriducibile alla sola dimensione materiale, e la cui corporeità dunque si trova a doversi interfacciare con questioni spirituali e persino religiose. Ed è proprio questo campo di studio quello rivendicato dalla neuroteologia di cui Gallinaro si fa promotore.

Data la tematica trattata l’opera affronta nel dettaglio anche alcune questioni legate all’evoluzione umana e in particolare al processo di ominizzazione, nel tentavo di ricercare la nascita del senso del religioso in quei primi albori dell’umanità. In questo si appoggia anche alle scoperte di un’altra disciplina a cavallo fra le scienze dure e le scienze umane, la neuropsicologia, che sostiene che la nascita di un istinto religioso sia intrinsecamente presente nella natura umana in quanto elemento caratterizzante i primissimi processi di evoluzione del cervello umano. In particolare, sarebbe l’innovativa capacità umana di percepirsi mortale e la conseguente domanda di senso che ne deriva che avrebbe da sempre spinto l’uomo verso il sacro e l’esperienza religiosa.

Gallinaro tratta poi più nello specifico la storia della neuroteologia come disciplina, per come è stata tematizzata da A. Newberg, e per fare questo propone una breve descrizione del cervello dal punto di vista biologico. Necessariamente superficiale rispetto alla complessità della materia, lo studioso riesce comunque a far comprendere, anche a chi non ha alcuna nozione di base, le caratteristiche principali di questo organo e il suo funzionamento. Da qui prende anche spunto una riflessione filosofica sul rapporto tra il cervello e la mente, centrale per le tematiche affrontate, che porta l’autore ad un’approfondita analisi dei concetti di coscienza, religione, e spiritualità.

È proprio attraverso un costante dialogo tra questi due aspetti, quello biologico dei dati neurologici, e quello della speculazione filosofica e teologica, che Gallinaro procede nella sua trattazione, affrontando le grandi domande poste dallo studio della religione, come la fede, la coscienza, la natura del divino, ma anche la rivelazione e la salvezza. Il punto di arrivo è infine la nozione di persona, e il suo rapporto con Dio, di cui non si può che constatare l’insondabilità. Egli afferma infatti che «l’intero dell’essere, di Dio, sia pur rintracciabile potenzialmente già dalle strutture biologiche della mente dell’uomo, non può essere preso e reificato nei complessi meccanismi bio-psicologici del cervello umano».

   

Autore scheda bibliografica tematica
Giulia Capasso
2021