Il messaggio della vita

Laureatosi nel 1951 a Parigi, il prof. Jérôme Lejeune fu 7 anni più tardi tra gli scopritori dell’anomalia genetica alla base della sindrome di Down. Membro autorevole della Pontificia Accademia delle Scienze, poco prima della sua morte, avvenuta nel 1994, fu nominato da Giovanni Paolo II primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita a riconoscimento dell’impegno da lui rivolto allo studio ed alla difesa della vita.

Il libro Il messaggio della vita, più che riassumere le scoperte o l’attività scientifica di Lejeune, si propone di trasmetterne la lezione umana ed etica. Il testo è suddiviso in tre parti incentrate su tre tematiche fondamentali: “L’uomo” (1. L’uomo e il suo destino. 2. La mente e il cuore all’inizio della vita umana. 3. L’embrione è un essere umano.); “la scienza” (1. Il biologo apprendista stregone. 2. Dall’aborto alle manipolazioni genetiche. 3. La fine del darwinismo.); “i diritti” (1. L’etica medica. 2. Biotecnologie: implicazioni etiche, politiche e giuridiche. 3. “Euthanazi” o vita fino alla fine?).

Con chiarezza, nella prima parte del libro Lejeune scrive: «Oggettivamente esiste una sola definizione possibile dell’essere umano: un essere umano è un membro della nostra specie. La sua natura è determinata dal patrimonio genetico della specie umana che riceve dai suoi genitori; l’embrione fa dunque parte della specie umana. […] Non esiste alcuna differenza di natura fra l’embrione, il feto ed il bambino dopo la sua nascita: si tratta, in ogni caso, di una sola e stessa persona presa nei diversi stadi del suo sviluppo» (p. 41).

In ciascuna sezione la figura di Lejeune traspare come quella di uno scienziato che, pur mantenendosi coerente ai dettami del metodo scientifico, non rinuncia per questo all’insegnamento morale della Chiesa, mostrando, con argomentazioni puramente logiche, l’infondatezza di una reale contraddizione tra scienza e fede e la necessità di un orientamento morale nell’ambito della ricerca scientifica che permetta il conseguimento del vero bene per l’essere umano. La convinzione che accompagna, con coerenza, l’azione scientifica e morale dell’Autore si legge con precisione nel capitolo “L’etica medica”: «Il puro materialismo non può spiegare nulla, perché la materia non può vivere. Ciò che esiste, è la materia animata. Racchiusa nella prima cellula un’”informazione” la anima; questo messaggio significa che quella cellula è un nuovo essere umano. Se non ci fosse questa informazione, la cellula non sarebbe viva. La cellula è in effetti il substrato di questa informazione. Dobbiamo renderci conto che l’informazione non viene sovraimposta in una materia già vivente, ma che la materia non vivrebbe affatto senza questa informazione. La vecchia opposizione tra materialismo e spiritualismo è superata» (p. 97).

Nella introduzione al volume si ritrova un appassionato ricordo dell’illustre scienziato ad opera di Roberto Colombo, docente di Bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; la postfazione riporta un saggio sulle implicazioni etiche della diagnosi genetica prenatale di Luigi Frigerio (Professore di Chirurgia Ginecologica presso la Prima Scuola di Milano) e Leandro Aletti (Professore della II Clinica Ostetrica dell'Università degli Studi di Milano).

 

 E. P.