L’atomo, la scimmia e il cannibale. Inchiesta teologica sulle origini

Jean-Michel Maldamé, domenicano, è membro della Pontificia Accademia delle Scienze. È docente della facoltà di filosofia dell’Institut catholique di Toulose e professore presso la facoltà di teologia. Si occupa, in particolare, del rapporto tra scienza e religione nella società e nella cultura contemporanee.

Nell’opera presentata, l’A. affronta le questioni relative all’origine del mondo, dell’umanità, del male, fisico e morale (il peccato dell’uomo), facendo riferimento a diverse prospettive (metafisica, filosofia, scienze naturali, teologia). In particolare, come dichiarato nell’Introduzione, egli ha voluto far partire il ragionamento radicandolo nelle conoscenze ottenute dalle scienze della natura, con l’intento di vedere come le questioni profonde ed esistenziali nascano spesso all’interno del lavoro scientifico. «A livello di questa riflessione, occorre riconoscere l’intrinseca opzione metodologica: la coscienza dell’unità del pensiero, il radicamento della riflessione nelle scienze della natura e la seria considerazione dei discorsi filosofici o teologici. […] È qui presupposto che l’intelligenza umana nasce e cresce con l’incontrare ciò di cui essa non è produttrice, un dato irriducibile, il mondo, la vita e l’umanità». (pp. 8-9)

Il libro, composto da dodici capitoli, è suddiviso in quattro parti: 1. Inizio e origine. 2. Origine del mondo. 3. L’origine dell’umanità. 4. L’origine del male.

Nella prima parte l’A. propone una riflessione sulle nozioni di inizio e origine, distinte fra loro pur se spesso utilizzate come sinonimi. Fare chiarezza su tale distinzione è ritenuto necessario prima di poter affrontare gli interrogativi sulla “ragion d’essere” del mondo e dell’umanità. «La distinzione della nozione di inizio con quella di origine illumina anche il dibattito. Scartando i falsi problemi, essa permette di rispondere al bisogno d’unità della mente e alla sua apertura sulla ricerca» (p. 118) L’A. chiarisce come nella determinazione dell’inizio, si faccia uso di un’idea astratta (idea del prima e del poi). Tale idea non nasce dagli avvenimenti ma è frutto di un giudizio sulla concatenazione degli avvenimenti. Maldamé distingue quindi l’inizio osservato da quello vissuto e si sofferma sul tema del “racconto”. Il termine origine si riferisce invece alla causalità e rappresenta una “strada verso la trascendenza”. «L’inizio è il primo istante della durata di un processo, l’origine si rapporta alla costituzione del processo in tutti i suoi momenti […] Se il linguaggio comune associa strettamente l’una e l’altra nozione, il loro abbinamento non è un’insufficienza della mente; esso attesta un legame ontologico». (p.49)

La seconda parte dell’opera affronta la questione dell’origine del mondo secondo una prospettiva scientifica, a partire dalla descrizione della cosmologia come scienza. Le osservazioni riportate rimandano a diverse prospettive filosofiche. L’A. si sofferma sull’analisi delle diverse concezioni di “mondo” e conduce un approfondimento sul tema della “creazione” (ex nihilo, creazione come produzione, creazione come relazione, creazione come prima alleanza).

Nella terza parte del libro l’A. affronta la questione dell’origine dell’umanità e del posto dell’uomo nel mondo. Nel farlo egli tiene presenti i risultati scientifici e le questioni antropologiche più dibattute ad essi relative: formazione dell’essere umano, sviluppo del cervello, acquisizione del linguaggio ecc. L’attenzione viene posta al tema dell’identità umana cui l’A. dedica un intero capitolo. La quarta parte è dedicata al problema del male, alla sua origine nella natura e all’esperienza che l’uomo ne fa. L’A. affronta quindi il tema della responsabilità umana e del peccato.

Il libro ha un taglio divulgativo e, sebbene affronti temi di carattere filosofico-teologico, li espone in modo fruibile anche da parte di non specialisti. Se ne suggerisce l’impiego in lezioni di livello scolastico e nella catechesi.

 

E. P.