Volume dell’Annuario di Filosofia che raccoglie i contributi di Sandro Nannini, Gianfranco Basti, Stephen L. Brock, Gianfranco Ravasi, Josef Seifert, Maurizio Migliori, Sergio Ubbiali, Gaspare Mura, Roberta De Monticelli, Gabriella Stanchina, e le interviste a Edoardo Boncinelli, John R. Searle, Camillo Ruini. Il libro è diviso in tre parti: I. Mente-Corpo, II. Immortalità e Resurrezione, III. Scienza dell’anima. I vari interventi affrontano il tema dell’anima da diverse angolature, riportando gli argomenti razionali del pensiero classico e moderno sulla sua esistenza e sulla sua immortalità, sottolineando l’errore contemporaneo di ridurla a sola psiche. Nella prima parte, aperta da una panoramica storica di Sandro Nannini che definisce sinteticamente le varie scuole di pensiero sul rapporto mente-corpo, è sicuramente prezioso il contributo di Stephen L. Brock, che approfondisce la concezione dell’anima umana proposta da Tommaso d’Aquino. Vi si offre una spiegazione della soluzione tomasiana dell’anima come “forma del corpo”, del rapporto tra anima e corpo, affrontando in modo particolare anche il punto delicato dello statuto ontologico dell’anima separata dal corpo. La seconda parte ospita, fra gli altri, un contributo del Cardinale Ruini, il quale, oltre a presentare la dottrina del Magistero Ecclesiale sull’immortalità dell’anima e la resurrezione del corpo, segnala che l’affievolirsi dell’interesse per l’anima è legato alla «fine della metafisica» (Nietzsche) e al fatto che la morte non è più «oggetto di socializzazione primaria», essendo stata «emarginata dalla nostra concreta esperienza». Gianfranco Ravasi, attraverso una analisi etimologica ed esegetica rigorosa, chiarisce che, nella visione biblica, «l’anima è la realtà della persona nella sua relazione di fede con Dio». Sempre in questa sezione, Josef Seifert riepiloga le prove ontologiche sull’esistenza dell’anima e propone argomenti personalistici sulla sua immortalità. Nell’ultima parte dell’Annuario, Gaspare Mura affronta il ritorno della gnosi nella cultura contemporanea, dovuta, fra l’altro, al successo dell’opera di James Hillman, psicoanalista junghiano americano. Nel suo saggio, Mura espone le differenze tra la “psicologia archetipica” di Hilmann e i suoi riferimenti culturali dichiarati ovvero Platone, Plotino, Ficino e Vico, in particolare nella concezione dell’anima mundi. L’anima dell’uomo tematizzata da Hillman appare del tutto simile alla concezione dell’uomo pneumatico di matrice gnostica. Il volume si conclude con un articolo di Gabriella Stanchina sul “Maschile e femminile nell’anima”, con ampi riferimenti all’opera di Luce Irigaray. In alcune parti la lettura dei testi proposti richiede conoscenze filosofiche approfondite. Si tratta comunque di una lettura assai utile perché aiuterà a riflettere sul fatto che «l’eclissi dell’anima conduce alla morte dell’anima».