L’opera, organizzata in tre volumi, vuole essere uno studio comparato delle religioni di vari popoli e culture nell’arco della storia umana: Dall’età della pietra ai Misteri Eleusini; Da Gautama Buddha all’irrompere del Cristianesimo; Da Maometto all’età delle Riforme. Nello studio dello sviluppo storico delle religioni, l’A. non trascura di esaminare quei momenti di transizione culturale e di crisi che hanno favorito la trasformazione delle diverse dottrine religiose. Come dichiarato nella prefazione, egli desidera mettere in luce i contributi maggiori alla storia delle idee e delle credenze religiose, le crisi e i cambiamenti che sono nati da questi momenti di rottura. Dalla lettura dei documenti storici di una religione si passa a studiare il riflesso strutturale che si sprigiona nella dimensione culturale, ossia si analizza come sono nate le idee e le credenze religiose, da quali profonde crisi spirituali siano esse scaturite. L’iniziazione dei Misteri di Eleusi e dei riti orfici, ad esempio, hanno provocato la nascita di una gnosi mitologizzante e il sincretismo greco-orientale, per poi influenzare l’ermetismo medievale, il Rinascimento italiano, le tradizioni “occultistiche” del XVIII secolo, fino ad ispirare buona parte della cultura del romanticismo. I Misteri e l’Orfeo dei letterati, dei mistici e dei teologi alessandrini hanno ispirato, poi, la poesia europea moderna, da Rilke a T.S. Eliot, a Pierre Emmanuel. Eliade rende una visione globale della storia delle religioni analizzando idee e credenze religiose nella storia di tutto il mondo: inni vedici, Brahmana e le Upanishad, i Paleolitici, la Mesopotamia, l’Egitto, Shankara, il Tantrismo, Milarepa, l’Islam, Gioacchino da Fiore e Paracelso, il Taoismo, i misteri ellenistici, lo sviluppo iniziale del cristianesimo, lo gnosticismo, l’alchimia, o le mitologie del Graal; gli illuministi e i romantici tedeschi, Hegel, Max Muller, Freud e Jung, ma anche Gregorio Palamas, i primi qabbalisti, Avicenna o Essai. Dice Eliade: «Del pari, condivido la convinzione di quanti pensano che lo studio di Dante e di Shakespeare, di Dostoevskij o di Proust, tragga lumi dalla conoscenza di Kalidasa, dei Ro o della Scimmia pellegrina. Non si tratta di uno pseudo-enciclopedismo, vano e nel complesso sterile, ma semplicemente della necessità di non perdere di vista l’unità profonda e indivisibile della storia dello Spirito umano». Punto focale e finale della ricerca è lo studio della crisi spirituale moderna: la fase ultima della desacralizzazione, un processo che presenta un notevole interesse per lo storico delle religioni ed è mascheratura del sacro, più precisamente la sua identificazione con il “profano”. Vengono discusse e analizzate le crisi provocate dai maestri del riduzionismo (Marx, Nietzsche, Freud), e i contributi recati dall’antropologia, dalla storia delle religioni, dalla fenomenologia e dalle nuove ermeneutiche. Accompagna la ricerca una vasta bibliografia.