L’errore di Galileo. Fondamenti per un nuovo studio della coscienza è un saggio di Philipp Goff, professore di filosofia della mente presso l’Università di Durham.
In esso viene esposta la teoria del “panpsichismo”, una dottrina filosofica che considera la coscienza una caratteristica onnipresente del mondo fisico. Come scrive Emanuele Coccia nella prefazione, è “l’idea che il pensiero o la vita psichica, qualunque sia la sua realtà, sia universalmente distribuita tra i corpi e non localizzata solo in alcune porzioni del mondo. Tutto pensa, tutto immagina, tutto desidera, sempre, anche se con intensità, gradi e forme diverse”. Materia e mente, secondo questa prospettiva, sarebbero allora due sinonimi di una medesima realtà. Si tratta di una prospettiva teorica che affonda le proprie radici in una lunga tradizione filosofica, sia occidentale che orientale, ma che di recente ha ricevuto una rinnovata attenzione da parte del pensiero scientifico e filosofico.
Nel primo capitolo (Come Galileo ha creato il problema della coscienza), l’autore evidenzia l’enorme portata filosofica della rivoluzione scientifica di Galileo, il quale “creò – per la prima volta nella storia – un mondo materiale che poteva essere interamente descritto in linguaggio matematico”. Dal campo di indagine scientifico, Galileo rimuove però le qualità sensoriali (suoni, odori, sapori, colori), di cui fanno esperienza le anime degli esseri umani. Goff contesta questa esclusione, affermando che l’errore di Galileo consiste “nel volerci convincere a adottare una teoria della natura stando alla quale la coscienza si sarebbe rivelata un fatto essenzialmente e inevitabilmente misterioso”, relegato a un ambito d’indagine qualitativo.
A questo problema, alcuni hanno risposto con una forma di dualismo naturalistico o di materialismo, che Goff discute rispettivamente nel secondo e terzo capitolo (C’è un fantasma nella macchina? e Le scienze fisiche possono spiegare la coscienza?). La dottrina del panpsichismo viene elaborata nel quarto capitolo (Come risolvere il problema della coscienza) al fine di elaborare una “scienza della coscienza post-galileiana… che renda conto sia dei dati quantitativi della scienza fisica sia della realtà delle qualità soggettive”. Nel quinto e ultimo capitolo vengono esposte le implicazioni pratiche del panpsichismo a livello individuale e collettivo, in relazione al problema della crisi climatica, alla questione del libero arbitrio e all’esperienza religiosa.
Il testo è scritto in un linguaggio molto accessibile e riporta numerosi esempi o esperimenti mentali a sostegno delle tesi di volta in volta argomentate. Si tratta di un’agevole e densa introduzione al dibattito sullo statuto della coscienza nella filosofia analitica contemporanea, che si rivolge ad appassionati di filosofia della mente e della scienza, di neuroscienze e psicologia.