Attraverso i tre saggi contenuti nel testo (“La mentre creativa”, “L’abitudine della verità”, “Il senso della dignità umana”), derivati da lezioni tenute dall’autore nel 1953 al Massachusetts Institute of Technology, lo scienziato Jacob Bronowski (1908-1974), matematico di formazione ma anche noto letterato, sostiene che la scienza è un'attività creativa della mente umana come lo è qualsiasi altra, ad esempio la poesia o la pittura. Di conseguenza, i cultori della scienza, che ricercano la verità attraverso il procedimento scientifico, che implica l'azione e il confronto costante con altri uomini, devono necessariamente avere dei valori cui fare riferimento e, allo stesso tempo, formulare giudizi nei contesti appropriati. In primis, nella pratica scientifica, i valori sono quelli del rispetto, dell'onore e della tolleranza dovuti all'opinione degli altri e specularmente, della libertà d'indagine, di pensiero e di parola, nonché di dissenso, che ciascuno possiede nella democrazia della scienza e che ne garantiscono il progresso e l'originalità continui. Solo tenendo ben presente questo legame etico tra la scienza, attività umana, e i valori propri dell'uomo e della società tutta, sarà possibile avere la nettezza dei contorni indispensabile per poter distinguere il bene dal male, il giusto dall'ingiusto e saper riconoscere, e valutare in modo adeguato, i mezzi e i fini.