Scienza e saggezza

Il libro si compone di tre parti che provengono da altrettante lezioni tenute dall’A. Nella prima si esamina il rapporto tra scienza e saggezza (traslitterazione dal francese sagèsse, termine che va inteso con quanto la lingua italiana indica più frequentemente come “sapienza”). Nella seconda parte egli tratta il problema della filosofia della natura, a lui particolarmente caro, e sviluppato secondo un approccio che intende essere ontologicamente fondativo nei confronti del metodo scientifico; sembra quasi trattarsi di un’anticipazione dell’attuale sensibilità nei confronti del “problema dei fondamenti”, come oggi lo si chiama, anche se, all’epoca in cui Maritain scriveva, non erano ancora maturi i tempi per evidenziare come tale problema nascesse dall’interno delle scienze stesse e non si limitasse ad affiancarle. L’ultima parte del libro pone il problema della “filosofia cristiana”, particolarmente dibattuto negli anni 1930 (si pensi, ad esempio, a Il cristianesimo e le filosofie di A.D. Sertillanges): l’idea cioè di una filosofia che, pur procedendo autonomamente con i suoi metodi dimostrativi, si lasci suggerire dalla fede alcune piste di indagine e alcune mete che necessitano di essere dimostrate razionalmente. L’origine della crisi della modernità viene identificata dall’A. con il progressivo distanziarsi della ragione dalla fede.