Il volume presenta la traduzione italiana, con una prefazione di Ludovico Geymonat, della nota conferenza The two cultures and the scientific revolution, tenuta nel 1959 dallo scienziato e romanziere inglese Charles Percy Snow a Cambridge, cui seguirà qualche anno dopo una considerazione supplementare (Le due culture: successive considerazioni, 1963), anch’essa riportata in appendice all’edizione italiana. La tesi di Snow prende avvio dalla constatazione di una evidente “incomunicabilità” fra uomini di scienza da una parte e letterati o umanisti dall’altra, manifestata da una reciproca ignoranza circa le conoscenze basilari ed essenziali delle rispettive discipline. Premi Nobel di diverse materie possono coincidere a Cambridge in una medesima cena, ma non avere alcun argomento di conversazione in comune. Tale situazione – le cui radici vengono collocate dall’A. nel sistema educativo inglese, paragonato con quello di altre nazioni, e nella rapidità con cui le rivoluzioni industriale e scientifica si sono affermate, senza che la cultura umanistica si rendesse conto di cosa stesse succedendo – non è un mero dato di fatto, né una semplice circostanza aneddotica senza particolari conseguenze. «Persone che hanno avuto la più intensa e ricca preparazione culturale che sia a nostra conoscenza, non riescono più a comunicare tra di loro sul piano dei loro principali interessi culturali. È questo è un fatto grave per la nostra vita creativa, intellettuale e, sopra tutto, morale. Questa situazione ci porta ad interpretare il passato in maniera errata, a non capire il presente, ed a precludere ogni speranza per il futuro. Essa ci rende difficile od impossibile intraprendere l’azione giusta» (p. 60). Il divario fra formazione scientifica e formazione umanistica, e in generale la scarsa formazione scientifica presente nella cultura di base di una società, fa sì che al momento in cui i politici o i pensatori debbano prendere decisioni di ampia portata sociale, questi debbano inevitabilmente fidarsi dei dati loro forniti dagli scienziati, senza poter valutare con competenza i limiti e la portata di quanto essi propongono. La scarsa conoscenza scientifica conduce inoltre a vedere nel progresso tecnico-scientifico una sorta di “stregoneria per iniziati”, senza rendersi conto delle enormi potenzialità per lo sviluppo e il benessere dei popoli insite nelle scoperte e nelle applicazioni della scienza, oppure conducendo ad abbracciarle con ingenuità e insufficiente spirito critico. Sebbene le considerazioni di Snow siano debitrici ad un certo pragmatismo (la scienza viene vista come fonte di soluzione di buona parte dei problemi dell’umanità ed è questo il motivo per cui gli umanisti dovrebbero conoscerla di più), il suo saggio rappresenta un’analisi di indubbio valore storico, chiara e incisiva, che ha generato e continua a generare reazioni e riflessioni anche ai nostri giorni. Un significativo brano tratto da Le due culture è proposto nella pagina di Documentazione Generale di questo Portale, alla sezione Interdisciplinarità e Unità del Sapere.