Peter Barrett, docente di Fisica all’Università di Natal, illustra gli sviluppi della scienza negli ultimi quattro secoli e il loro rapporto con la teologia. Dopo aver indicato nell’Introduzione (pp. 1-11) le linee generali e le principali fasi storiche di questo rapporto, l’autore espone nel cap. 2 i traguardi della scienza moderna, “The Scientific Revolution: from Copernicus to Newton” (pp. 12-59). Durante la Rivoluzione Scientifica sono state formulate le esatte leggi sul moto dei corpi, rispondendo così ad un’esigenza avvertita sin dal tardo Medio Evo. Barrett, inoltre, si sofferma sul fatto che questo ed altri risultati della scienza sono stati ottenuti nel contesto cristiano occidentale e non all’interno di quelle altre civiltà che lo hanno preceduto. Durante l’era moderna il progresso della scienza ha comunque indebolito l’influenza culturale e dogmatica del cristianesimo, favorendo così l’emergere dell’impostazione deista e dell’Illuminismo nel XVIII secolo. Il progresso delle discipline biologiche e geologiche viene affrontato nel cap. 3, “Natural History: from Linnaeus to Darwin” (pp. 60-109). In questa sezione una particolare attenzione viene dedicata agli esiti del Darwinismo, spesso considerato erroneamente come una sorta di sfida mortale per la teologia cristiana. Barrett evidenzia alcune delle principali caratteristiche del Darwinismo, come, per esempio, quella di essere stata una teoria accessibile ad una vasta gamma di lettori, o quella di aver dato vita ad uno sfondo culturale per diverse discipline, che avrebbe col tempo generato ‘a veritable Darwinian industry’ (p. 109). Dopo aver spiegato le rilevanti novità scientifiche del XX secolo, nel cap. 4, “The Evolving Universe: New Insights” (pp. 110-130), i fondamenti del rapporto tra scienza e teologia al giorno d’oggi vengono invece affrontati nel capitolo successivo “The Present Science-Theology Discourse” (pp. 131-165). Secondo l’A., la differenza delle posizioni espresse non impedisce di trovare una loro base comune, identificata nella credenza in un universo reale, avente un intrinseco significato; un indizio di questa comune impostazione consisterebbe nel fatto che la maggior parte dei ricercatori ha adottato il punto di vista del realismo critico. Il volume si conclude con una “Future Agenda” (cap. 6, pp. 166-169), nella quale vengono riassunte le principali direttrici contemporanee in questa area di ricerca, in vista dei possibili traguardi futuri. I suoi contenuti rendono questa pubblicazione una buona lettura introduttiva per chi intende approfondire il rapporto tra scienza e teologia dall’inizio dell’età moderna fino ad oggi.