Scienza e Teologia. Proposte per una sintesi feconda

Ludovico Galleni è uno degli studiosi italiani maggiormente attivi nel campo del dialogo fra teologia e scienze. A lui spetta il merito di avere introdotto per primo dei corsi sulla portata filosofico-teologica delle scoperte scientifiche all’interno dei curriculum degli Istituti di Scienze Religiose. Il volume Scienza e teologia rappresenta probabilmente il primo esempio in lingua italiana dei frutti di questa esperienza, giovandosi appunto dei numerosi interventi e conferenze dell’A. su tali tematiche. Galleni, docente di zoologia e ricercatore nel campo della genetica, divide la sua opera in due parti, una di carattere sistematico e l’altra dedicata quasi esclusivamente al tema dell’evoluzione. Nella parte sistematica, egli si propone di confrontare fra loro i diversi modelli epistemologici di rapporto tra scienze e teologia e i diversi modelli di interazione fra tali discipline. Per il primo aspetto egli si ispira al saggio di Pannenberg, Epistemologia e teologia, passando in rassegna la situazione dell’epistemologia delle scienze naturali, fisiche e biologiche, durante il ’900, attraverso il pensiero dei maggiori filosofi della scienza. Nello studio del secondo aspetto, quello sui modelli di interazione, egli analizza l’influenza delle scienze sulla teologia e quelle del pensiero religioso sulla scienza, dedicando particolare attenzione al modello proposto da Teilhard de Chardin del quale l’A. è un attento e appassionato studioso. La prima parte viene completata da un capitolo denominato “Esempi”, ove l’A. cerca di applicare a tematiche di attualità il quadro di riferimento epistemologico esposto precedentemente, affrontando da vicino quegli argomenti che maggiormente condizionano il dibattito fra teologia e scienza (e pertanto forniscono materiale per un corso che debba occuparsi proprio di tali interazioni): dai criteri di verità delle scienze, ai limiti al loro potere predittivo, dal problema delle origini al Principio Antropico, dal rapporto fra creazione e Big bang al rapporto mente-cervello. La seconda parte del volume entra nel merito dei meccanismi dell’evoluzione biologica, il cui studio viene presentato come un “caso” emblematico per il loro impatto sui rapporti fra scienza e teologia. Qui l’A. offre un sintetico ma completo panorama storico a partire dal XVIII secolo, analizzando il progressivo affermarsi delle idee di storia e di evoluzione morfogenetica nel mondo dei viventi, entrando nel merito dei rapporti di tali scoperte con l’idea di un Dio creatore. Viene discussa la ricezione di Darwin in Italia, menzionando le diverse posizioni di F. De Filippi e di A. Stoppani. Tanto la teologia naturale anglicana, quanto l’ateismo scientista contemporaneo vengono criticati nelle loro conclusioni pro e contro l’esistenza di Dio a partire dall’osservazione dei viventi. Nell’ultima sezione del volume vengono infine brevemente presentate le posizioni di J. Monod, F. Jacob, S.J. Gould, G. Simpson, T. Dobzhansky. Il libro si conclude con un riassunto dei diversi possibili “modelli” di spiegazione della varietà dei viventi, sottolineando la fecondità dell’approccio di Teilhard de Chardin. Il volume ha il pregio di una buona sistematizzazione scientifica, mostrando quali sono le “domande” teologiche che la scienza fa sorgere, cosa che lo rende adatto a chi debba offrire una panoramica, anche divulgativa, sull’evoluzione. Il lettore interessato alle “risposte” della teologia deve integrarne la lettura con altri testi, non avendo l’A. intenzione di offrire delle soluzioni precise al riguardo, ma solo quella di suggerire alcune piste di riflessione, che il lettore può completare con gli orientamenti del Magistero della Chiesa, anche recenti, in materia.