Creative Tension. Essays on Science and Religion

Michael Heller (nato nel 1936) è docente alla Pontifical Academy of Theology di Cracovia (Polonia) e membro della Pontificia Accademia delle Scienze. Laureatosi all'Università Cattolica di Dublino, compie studi di filosofia e cosmologia. Per due volte ha ricoperto la Lemaïtre Chair all'Università Cattolica di Lovaino (Belgio). Autore di 300 articoli e oltre venti libri, tra i più recenti: Is Physics an Art? (1998) e The Meaning of Life and of the Universe (2002). È attualmente uno degli studiosi più profondi nel settore del "Science and Religion", per i quali possiede competenze in diversi campi di ricerca (filosofia, storia, scienze e teologia). La notevole versalità dell’A. è dimostrata da questo libro, raccolta di quattordici articoli, suddiviso nei quattro campi di studio di cui Heller si occupa. Il filosofo presenta al lettore una serie di tematiche attuali, ben documentate ma, allo stesso tempo, in cui si ha cura di evidenziare gli argomenti essenziali che possono essere colti anche dai non esperti. L’opera raccoglie saggi di filosofia e storia della scienza sul Copernicanesimo, su Teilhard de Chardin e Lemaïtre, nonché sul dibattito tra razionalità scientifica e rivelazione cristiana. In un'altra sezione del testo, egli esamina problemi di cosmologia e fisica legati all'applicazione della geometria non Euclidea e non commutativa, uno dei suoi campi di ricerca attuale; secondo Heller la fisica quantistica potrebbe essere modificata dalla geometria non commutativa e questo fatto porterebbe a nuove nozioni di spazio-tempo, causalità e vuoto, ecc. La posizione dello studioso è, infatti, che la scienza, anche in futuro, non porterà risposte definitive alle nostre domande, ma che, piuttosto, ci aiuterà a meglio impostare alcune fondamentali questioni. Nell'ultima parte del libro, l’A. si occupa più strettamente di teologia, in particolare di trascendenza, notando come «la fede religiosa sia un'estensione naturale della fondamentale “fede nella ragione”. Un logica che fosse soltanto un prodotto di cellule grigie e che morisse assieme a loro, sarebbe in definitiva un'illusione piuttosto che una logica», e concludendo nell'articolo finale che «è vero che il Mistero non è nei teoremi della scienza, ma nel suo orizzonte. Tuttavia quest'orizzonte permea ogni cosa».