Il lavoro dello scienziato. Gli aspetti filosofici e sociali della scienza e della tecnologia

Scopo del saggio di John Ziman (1925-2005), pubblicato nel 1984, è quello di spiegare “cosa sia la scienza” attraverso affermazioni di storici, filosofi, sociologi, psicologici, economisti, scienziati e politici, introducendo non solo alle questioni inerenti la ricerca, ma anche a quelle relative alla sua amministrazione a livello industriale, economico o politico. L’A. aveva già affrontato l’argomento in altre opere quali The force of Knowledge (1976), Teaching and Learning about Science and Society (1980) e, tradotto in italiano, Si deve credere alla scienza? (1984). È necessario farsi un'idea della scienza perché, come si legge nella citazione di Maxwell posta all'inizio del I° capitolo, “Il rispetto per la scienza è tanto grande [...] che le opinioni più assurde possono diventare correnti purché siano espresse in un linguaggio il cui suono ricordi qualche espressione scientifica ben nota”. Organizzato in sedici capitoli, il volume, di gradevole lettura e con una bibliografia di approfondimento relativa a ciascun capitolo, intende fornire un’immagine non riduttiva della scienza, aperta alle sue istanze umanistiche: “La scienza – sottolinea l'A. – non può essere dilatata a coprire l'intero ambito culturale per fornire una fonte obiettiva indipendente tanto dai mezzi per l'azione quanto dai valori associati ai risultati di tale azione” (p. 257). Inoltre, “l'idea della scienza come impresa trascendentale per esplorare l'universo, svelare i segreti della natura e appagare la nostra illimitata curiosità umana [...] non è una mera invenzione dell'ideologia accademica” e [...] “una volta sfrondata di tutta la retorica che la avvolge, rimane un residuo di verità nella nozione che essa è un'impresa affascinante, capace di impegnare gli uomini e le donne al loro meglio, e di ampliare e arricchire con le sue scoperte lo spirito umano” (p. 258).