Pierre Changeux, già presidente del Comitato francese per la Bioetica ed allievo di Jacques Monod, è professore al Collège de France e membro dell’Académie des Sciences. Il suo volume L’homme neuronal, tradotto in italiano nello stesso anno della sua pubblicazione e successivamente rieditato, è stato uno tra i primi libri che ha cercato di divulgare i risultati delle ricerche neuronali e del loro tentativo di spiegare il funzionamento della mente umana. La questione di fondo è come mai un cervello, quello umano, pur assai simile dal punto di vista fisiologico a quello di altri animali, sia in grado di produrre molto di più in termini di “pensiero”, di “calcolo” o di elaborazione dell’informazione. La risposta, a livello neurofisiologico, sta nella maggiore flessibilità e capacità di collegamento esistenti fra i neuroni. La visione di Changeux, nonostante la grande influenza avuta nella letteratura posteriore, risulterebbe oggi insufficiente, specie se confrontata con la complessità delle ricerche sviluppate negli ultimi anni. Si tratta di un primo approccio alla “meccanica neuronale” come base dei processi mentali, approccio cui soggiace un’impostazione piuttosto fisicalista, e dunque riduttiva, delle mente umana.