Il testo mira ad informare e formare gli educatori e lo fa con grande chiarezza fino nei particolari, senza rinunciare alla precisione scientifica, riuscendo a trattare numerosi argomenti in modo sintetico, ma abbastanza completo. La precisione del linguaggio utilizzato e l’importanza dei temi trattati, rende il volume non adatto alla lettura diretta da parte dei ragazzi. Manca una parte dedicata esplicitamente ai temi pedagogici ed educativi, come ci si aspetterebbe dal titolo. Una crescente domanda del pubblico richiede testi che aiutino davvero gli interessati ad acquisire una migliore conoscenza delle questioni bioetiche, da questa esigenza ha avuto origine il volume. Attraverso nove contributi, viene sviluppato organicamente un discorso che partendo dalla chiarificazione dell’orizzonte etico cui si fa riferimento, dalla spiegazione delle varie definizioni e dell’uso che si fa in bioetica del concetto di persona, focalizza poi l’attenzione sui problemi relativi alla sessualità e alla vita nascente. Il testo ha il pregio di essere chiaro senza perdere nulla in termini di precisione scientifica. In particolare, il capitolo dedicato a “il glossario della prevenzione” e l’intera sezione dedicata a “la vita nascente” risultano molto interessanti per il rigore terminologico e scientifico con cui i vari argomenti e le varie tecniche vengono trattate fin nei dettagli. Tutto ciò aiuta il lettore ad andare oltre le classificazioni troppo ampie e superficiali a cui solitamente si ricorre ed a prendere coscienza di come spesso si parli di “contraccettivi” o di “fecondazione artificiale”, in modo troppo generico, senza cogliere le numerose e sostanziali differenze esistenti all’interno di queste grandi categorizzazioni. Ancora più della trattazione scientifica è da considerarsi pregevole il modo in cui gli autori cercano di sottolineare, con grande schiettezza, quanti e quali importanti concetti e valori siano stati misconosciuti o fraintesi o spesso semplicemente dati per scontati per comodità. In primo luogo, ci si chiede: è ancora possibile, in tale contesto, educare gli adolescenti alla sessualità? Si tratta indubbiamente di un cammino lungo e faticoso, il cui primo passo deve essere appunto la informazione/formazione degli educatori; un lavoro teso ad impedire che si riduca ancora lo specifico maschile e femminile ai soli ruoli sessuali-genitali, ad evitare che sia data per scontata l’attività sessuale tra gli adolescenti e l’accesso all’uso della contraccezione e dell’aborto. In secondo luogo, toccando temi ancora scottanti e di estrema attualità, ci si occupa della “sindrome del feto perfetto”; delle varie tecniche della fecondazione artificiale, ponendo l’accento sulla “depersonalizzazione della generazione umana”; di cosa sia in effetti l’embrione umano e di quali siano, al di là delle ambiguità legali, i diritti che bisognerebbe riconoscere al nascituro. Viene chiaramente affermato che si dovrebbe riconoscere ai feti, fin dal momento del concepimento, il diritto di nascere, “il primo di tutti i diritti, non solo in senso cronologico, ma soprattutto in senso assiologico: il diritto a nascere include cioè in se stesso e fonda tutti i diritti costitutivi della persona” (pag.153). Alla fine di ogni capitolo è presente una ricca bibliografia, per coloro che vorranno approfondire ulteriormente le singole tematiche trattate nel testo. Rispetto al titolo generale dell’opera si può però sottolineare come le tematiche educative siano lasciate semplicemente sullo sfondo, in modo del tutto implicito, mentre il lettore si aspetterebbe - legittimamente - un contributo di tipo pedagogico più diretto ed esplicito (Paola Russi. Fonte: Portale di Bioetica).