Il volume interpreta l’arrivo del momento, a più di venticinque anni dalla comparsa della parola “bioetica”, per operare riflessioni più approfondite sul significato che questo termine è venuto ad assumere e sugli avvenimenti che hanno caratterizzato l’origine e lo svilupparsi di questa nuova disciplina, ormai riconosciuta come “scientifica”, cioè con un suo organico statuto epistemologico. In quest’opera a quattro mani, che ospita contributi dello stesso Van Rensselaer Potter, il Prof. Russo descrive gli elementi fondamentali del primo progetto di bioetica (quello di Potter appunto) e fornisce un’esposizione critica dell’idea attuale di bioetica, allo scopo di coglierne le distanze e le ragioni di orientamento differenziato rispetto alla prima idea. «Siamo convinti che l’idea originaria di bioetica, proposta nel 1970 in quel primo articolo Bioethics: The Science of Survival e l’anno successivo in quel primo libro Bioethics: Bridge to the Future, è stata per lo più disattesa. Ciò riteniamo alla base delle attuali aporie sia intorno all’identità della bioetica sia intorno a suoi contenuti» (p. 135). Il testo ha il pregio di fornire al lettore date, nomi e riferimenti. Vengono, infatti, ripercorse, in modo preciso e particolareggiato, le varie tappe dello sviluppo di questa nuova disciplina, le diverse definizioni e interpretazioni che ne vennero date e le conseguenti applicazioni. Il promotore della Encyclopedia of Bioethics, Warren T. Reich, ricercando l’autentica paternità del termine “bioetica” e il suo significato originario, ci mostra quali siano state l’eredità di Potter (the Potter legacy) e quella di Hellengers (the Hellengers legacy), e come varie ragioni favorirono il secondo di questi approcci. In un’ampia panoramica, partendo dalla “scienza della sopravvivenza” di Potter e passando attraverso le ricerche dell’Hastings Center e la fondazione con A. Hellengers del Kennedy Istitute, l’A. giunge fino alle prime apparizioni del termine bioetica in Europa, per approdare infine alla odierna situazione in Italia e in America Latina. Quella che viene proposta è quindi una Storia della bioetica. Una storia autonoma e distinta da quella di altre discipline, che pur contribuirono alla sua origine. Interessante, a tale proposito, è sottolineare il concetto di “preistoria” della bioetica. È innegabile che la bioetica abbia, infatti, fatto riferimento a movimenti culturali precedenti, anche se l’impiego di tale termine si affermò e si diffuse proprio perché riusciva ad indicare uno stacco, e rappresentava un cambiamento di “clima culturale”, verificatosi negli anni ’60. Nell’attuale dibattito italiano, le origini e l’identità della bioetica sono un punto controverso. La discussione partita da un confronto su problematiche storiche circa la genesi della bioetica, si è trasferita al significato e alla natura di essa. Purtroppo però, sembra spesso trattarsi più di uno scontro politico tra laici e cattolici, che di un dibattito epistemologico. E con un po’ di amarezza ci viene domandato: «Perché continuare a innalzare steccati tra bioetiche laiche e bioetiche religiose? (…) Il pensiero che percorre la verità non è dogmatico, ma proteiforme (p. 99)». La dettagliata e accurata ricostruzione storica e la ricchezza delle informazioni, rendono il volume particolarmente adatto sia a coloro che intendono avvicinarsi per la prima volta a questo tema o conoscerne con precisione le origini e i primi sviluppi, sia a coloro (insegnanti/educatori) che devono preparare un percorso introduttivo a tale disciplina. Alcuni tratti che mirano esclusivamente alla ricostruzione storica degli avvenimenti, anche minori, potrebbero forse risultare un po’ pesanti per i ragazzi delle scuole superiori. In linea generale, tuttavia, il testo è accessibile ad un vasto pubblico, non presentando particolari difficoltà di linguaggio.