Il testo raccoglie una serie di saggi di autori diversi (E.Colombo, G.Galeotti, L.Gattamorta, A. Possieri, F.Tanzilli) che offrono uno sguardo storico su importanti questioni bioetiche che il progresso delle tecno scienze ci impone di affrontare. La raccolta si colloca in una via media tra studi rigorosi e una forma di scrittura più scorrevole, articolando un percorso di tipo divulgativo rivolto anche a lettori non specialisti e sollecitando alla comprensione e all’approfondimento della materia anche e soprattutto da parte dei non “esperti”, ovvero i cittadini; un contributo, dunque, all’edificazione di una nuova coscienza collettiva in merito alle grandi questioni bioetiche. L’inquadramento storico di tali questioni, inoltre, aiuta a scoprire come e quando si siano prospettati per la prima volta i problemi attuali (dal ricorso all’eutanasia al rapporto con l’handicap, dalle politiche di controllo delle nascite al dibattito filosofico), come siano stati originariamente affrontati, come stiamo cambiando e come cambi la nostra facoltà di decisione etica. Uno sguardo di lungo periodo può renderci infatti consapevoli di quello che Jacques Ellul ha chiamato “slittamento morale”, cioè la tendenza, tipica delle società tecnologiche, ad accettare in modo acritico le innovazioni tecniche, anche se, alla nascita sono state oggetto di condanna generale, oltre che dell’idea per cui la tecnica, proprio quando sembra operare per risolvere problemi, in realtà ne crea sempre di nuovi, “e ci vuole sempre più tecnica per risolverli”. La storia, inoltre, ci permette di cogliere il momento e le condizioni in cui sono nati nuovi termini linguistici tecnici che, diventando di uso comune, hanno poi provocato importanti cambiamenti culturali. I saggi di Possieri e Gattamorta, ricostruiscono la storia dello slittamento morale nell’opinione pubblica, cioè l’azione dei fattori – per lo più mediatici – che lo hanno determinato; Giulia Galeotti affronta il tema della disabilità ripercorrendone la storia a partire dall’800 sino alle contraddizioni delle società democratiche moderne; Francesco Tanzilli ricostruisce il percorso biografico di Margaret Sanger, la più famosa e attiva sostenitrice delle pratiche di controllo delle nascite; Emanuele Colombo, nel suo saggio sulle teorie relative all’animazione del feto, conferma che le questioni bioetiche sono di lunga durata, spiegandoci come sono state affrontate nel passato e quale sia il tipo di rapporto che si può attivare fra scienza e teologia. Certamente la lettura di questi saggi può aiutare a comprendere come non basti che una scoperta sia superficialmente attraente per renderla moralmente accettabile o raccomandabile; serve una profonda riflessione in proposito che non può non affondare le radici anche nel nostro passato.