Le sfide dell’evoluzione. In armonia fra scienza e fede

Questa agile opera di alta divulgazione scientifica si pone oggigiorno come ideale punto di riferimento per tutti coloro che desiderano approfondire lo stato dell’arte della teoria dell’evoluzione e l’articolazione epistemologica contemporanea tra scienza e fede. Il libro è diviso in cinque parti. La struttura è circolare: si parte dalla prima sezione, di stampo prettamente paleoantropologico – disciplina in cui l’A. è affermato maestro – che ci presenta i dati riguardanti la nascita e l’affermazione dell’animale Homo. Si passa successivamente ad una sintetica esposizione della teoria dell’evoluzione darwiniana, di cui vengono esposti i principi cardine: discendenza comune, variazione e selezione naturale. La formulazione novecentesca, la famosa Sintesi Moderna, può oggi essere arricchita con importanti nuove acquisizioni teoriche ed empiriche: si accenna alle prospettive aperte dallo studio dell’evo-devo (evolutionary developmental biology), e si citano alcuni importanti “ampliatori della sintesi”: Eva Jablonka e Marion J. Lamb (che parlano di evoluzione in quattro dimensioni), Martin Nowak (che studia l’evoluzione della cooperazione), Marcello Buiatti. La terza parte è dedicata alla chiarificazione del rapporto tra creazione ed evoluzione: com’è possibile armonizzarle? La posizione della Chiesa Cattolica è oggigiorno di ampia apertura e di piena accettazione dei dati evolutivi. L’inscrizione a pieno diritto della specie Homo sapiens all’interno dell’orizzonte evolutivo non minaccia in alcun modo la portata della rivelazione e l’importanza della disciplina teologica. Un altro messaggio è però da recepire a fondo: mantenere distinti i rispettivi piani di indagine di scienza e teologia; non per evitare un dialogo interdisciplinare, che è sempre fruttuoso, quanto piuttosto per preservare la distinzione dei piani epistemici caratteristici delle discipline scientifiche e umanistiche. Questo per evitare pericolose ed inopportune “invasioni di territorio”, che confondono il naturalismo metodologico – necessario alla scienza per compiere la sua indagine – con il naturalismo filosofico (la citazione in questa sede di Massimo Pigliucci, evoluzionista e filosofo della scienza, che oggigiorno è uno dei più importanti “ampliatori della Sintesi Moderna”, mostra ancora come l’opera si confronti con le frontiere di indagine più avanzate). Queste invasioni vengono compiute da una parte da coloro che usano il darwinismo e la teoria evolutiva per propugnare una mondovisione immanentistica e ateistica. Dall’altra, da parte di coloro che provano a screditare il darwinismo compiono indebite inferenze metafisiche per giustificare strutture biologiche particolarmente complesse: ma l’Intelligent Design, ci dice Facchini, fa pessima scienza e pessima teologia. La quarta e la quinta parte ritornano all’“evento uomo”, mostrando come la nostra specie possa, pur nella continuità, trascendere l’orizzonte prettamente biologico evolutivo (pure importantissimo) grazie a cultura ed etica. Due aspetti indagabili a fondo, nella loro articolazione complessa, da discipline umanistiche, tra cui la filosofia e la teologia.

A.M.B.