“In che cosa consiste la nostra unicità? Quali sono gli attributi che ci danno il nostro acuto senso di diversità rispetto a tutte le altre specie viventi? Come e perché abbiamo acquisito questi attributi nel corso del nostro passato evolutivo?” (p. 31). Queste sono le domande fondamentali che caratterizzano l’opera di Ian Tattersall, direttore del Dipartimento di Antropologia dell’American Museum of Natural History di New York. In questo libro, del quale si può leggere un pagina antologica nella Documentazione Generale del Portale, l’autore prende in considerazione con puntualità e precisione il cammino evolutivo della specie umana da Ardipithecus a Homo sapiens, tenendo conto dei più recenti dati della paleoantropologia e degli sviluppi della teoria evolutiva, dalla formulazione originaria darwiniana alla teoria degli equilibri punteggiati. L’aspetto positivo e interessante del testo è quello di evidenziare i lati più controversi e oscuri all’interno del cammino evolutivo umano. Tattersall riesce a condurre gradualmente il lettore alla conclusione che “per la prima volta dall’adozione della postura eretta – o forse dalla fabbricazione di strumenti litici – era comparso un nuovo tipo di ominide del quale non si poteva dire cha facesse semplicemente ciò che avevano fatto i suoi predecessori, magari in un modo un po’ migliore o addirittura un po’ diverso. Homo sapiens non è soltanto una versione migliorata dei suoi antenati: è una nuova concezione, qualitativamente distinta per aspetti molto significativi seppur limitati” (p. 169). Ad un certo punto della nostra storia evolutiva – ancora oscuro e indeterminato – è comparsa la coscienza, ovvero quell’“esplosione creativa”, come la definisce lo stesso Tattersall, che ogni filosofo e scienziato si sofferma ad ammirare. La meraviglia dell’evoluzione umana è proprio quella capacità di creare dal nulla dei progetti di vita, di connettere la realtà naturale con simboli ideati in una interiorità. In questo modo l’uomo inizia a costruirsi un mondo nella propria mente aperto a infiniti mondi possibili. L’intento di Tattersall è quello di evidenziare, anche attraverso il confronto con lo scimpanzè – la specie più vicina all’uomo – l’unicità del suo percorso evolutivo e prima di tutto della sua conclusione: la comparsa di una coscienza in grado di inserirsi attivamente nel mondo, di creare, di simbolizzare, di pensare. Un tema importante e complesso sviluppato in modo magistrale.