Paleoantropologia

Una breve opera d’introduzione alla paleoantropologia è quella che Tobias ci propone: una “lezione inaugurale” svolta con semplicità e chiarezza, che pone delle coordinate concettuali e temporali in questo campo così complesso, dominato dalla competizione delle diverse interpretazioni dei reperti fossili e delle prove sperimentali. L’A., titolare della cattedra di anatomia dell’università di Witwatersrand dal 1959, ha riconosciuto, descritto e dato il nome, insieme a Leakey e Napier, alla nuova specie Homo Habilis (1964). Tobias ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui vari dottorati honoris causa e il premio internazionale Balzan per l’Antropologia fisica (1987). Le sue ricerche spaziano tra la biologia umana delle popolazioni africane e la paleoantropologia. L’A. ci introduce in modo appassionato e personale all’evoluzione umana, concentrandosi sul suo aspetto biologico, seppure specifichi come questo non sia nettamente distinguibile da quello ecologico, comportamentale e culturale. In particolare, la componente culturale assume un ruolo via via crescente nella strada dell’evoluzione dell’uomo, e soprattutto nelle ultime due delle tre fasi con le quali questa viene schematizzata: comparsa degli ominidi (e separazione dalle altre scimmie antropomorfe), evoluzione delle diverse specie dei loro due generi Australophitecus e Homo, e origine dell’uomo moderno. Viene mostrato come ciascuna di queste fasi necessiti di metodi d’indagine diversi, e quali questioni esse pongono. «L’umanità moderna – conclude l’A. – è diventata il primate culturale per eccellenza e, cosa più importante, ne parla e in tempi abbastanza recenti ha persino imparato a scriverne».