Pierre Duhem (1861-1916), scienziato, filosofo e storico francese, è una figura di altissimo rilievo, precursore in alcuni campi e conservatore in altri, tanto complesso quanto originale, che occupa un ruolo di primo piano nella storia della scienza e nell'epistemologia. Il libro di Roberto Maiocchi (n. 1947) ingegnere e filosofo della scienza, professore all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha come obiettivo presentare per la prima volta uno studio a tutto tondo del personaggio e delle opere di Duhem, cercando di cogliere il suo pensiero all'interno del particolare periodo storico e culturale, tra fine Ottocento e inizio Novecento, in cui egli visse. Lo scienziato francese è stato considerato generalmente come uno “strumentalista”: la ricostruzione effettuata dall'A. porta invece a considerarlo come un realista, che sosteneva la validità della conoscenza e dell'impresa scientifica in contrapposizione all'approccio empirista e positivista, e a valutare più attentamente la sua epistemologia. Non la si deve infatti ritenere un esito scettico, risultato della “crisi delle scienze” –del meccanicismo in particolare – ma, al contrario, come una reazione, da una parte, al dogmatismo positivista e al meccanicismo strumentalista e, dall'altra, a quella sfiducia nella scienza che in realtà era esterna alla scienza stessa. Il volume si apre con un'ampia presentazione dei temi che animavano il dibattito filosofico-scientifico in corso a quel tempo: la meccanica newtoniana, l'induttivismo inglese, la fisica di Laplace, la nascita del positivismo e la nuova fisica di Maxwell. L'A. passa quindi ad esaminare il momento culturale dell'ambiente francese che ha portato alla nascita del cosiddetto “convenzionalismo duhemiano”: il ruolo di Henrì Poincaré e la sua interpretazione di Maxwell, la nascita della meccanica chimica e i primi lavori epistemologici di Duhem. Il capitolo centrale del volume, il terzo, è dedicato interamente alla epistemologia di Duhem, basata non soltanto sul saggio fondamentale La Théorie Physique (1906), ma su tutta la vastissima produzione dello scienziato francese. Di particolare interesse per il dialogo tra scienza e fede è la sua concezione del rapporto tra metafisica e scienza, e quello tra fede e ragione. Su questo tema, il visitatore di questo Portale può consultare il brano antologico tratto da La Teoria fisica, con il titolo La fisica di un credente. Da sottolineare inoltre, perché notevoli per la loro originalità e rilevanza nella filosofia della scienza sviluppata nei decenni successivi da filosofi quali ad esempio Popper e Kuhn, sono le spiegazioni fornite da Duhem a nozioni come quella di esperimento, legge, ipotesi, teoria ed esperienza, spiegate lucidamente da Duhem. I due capitoli finali sono dedicati alla visione della storia della scienza elaborata dallo scienziato e ad alcuni confronti con personaggi contemporanei come Mach ed Hertz, nonché con correnti di pensiero quali il machismo, il convenzionalismo anti-intellettualistico e il neotomismo. Di stile limpido e preciso, il volume è corredato da un’ampia bibliografia. È certamente consigliabile a chi studia storia della scienza o voglia comprendere la cultura scientifica europea di quel periodo storico, per poter così meglio comprendere le conseguenze della “seconda rivoluzione scientifica”, di cui Duhem è stato testimone e protagonista.