Il beato Faà di Bruno. Un cristiano in un mondo ostile

Francesco Faà di Bruno (1825-1888), beatificato da Giovanni Paolo II a Roma nel Centenario della sua morte, il 25 settembre 1988, visse a Torino proprio negli anni cruciali della formazione del Regno d’Italia. In un’epoca in cui la scelta tra scienza e fede sembrava obbligata, egli seppe mostrare con l’esempio della sua vita come si può essere ottimi scienziati e ottimi cattolici allo stesso tempo. Ufficiale dell’esercito piemontese, genio eclettico e personalità culturale di altissimo livello, musicista, progettista, inventore, si applicò particolarmente agli studi matematici, in cui eccelse raggiungendo presto chiara fama a livello internazionale; di fedeltà incrollabile alla fede cristiana e al santo Padre, venne ordinato sacerdote nel 1876 e fondò innumerevoli opere di carità nella sua città, divenendo uno dei più significativi esponenti di quel cattolicesimo sociale così radicato nel Piemonte del XIX secolo. Ma le sue convinzioni, in una Torino in cui ciò che sapeva di Chiesa era piuttosto osteggiato, gli provocarono la costante opposizione della classe dirigente all’Università, che mai riconobbe il suo valore e mai volle concedergli la cattedra da “professore ordinario” che sarebbe stato il naturale compimento di una carriera scientifica. Vittorio Messori, storico di formazione e giornalista-saggista di professione, con il suo stile sempre semplice, diretto e talora avvincente, presenta in questa biografia (che completa ad aggiorna una pubblicata precedentemente dal titolo Un italiano serio. Il beato Francesco Faà di Bruno, Paoline, Cinisello Balsamo 1990) un buon resoconto di questa figura emblematica del XIX secolo, sfortunatamente ancora poco conosciuta al grande pubblico. Ma il libro non è una semplice biografia: prendendo spunto dalla ricca personalità del Beato, l’A. presenta anche considerazioni di carattere più generali sul rapporto fede-scienza. Il libro diventa poi occasione per rileggere in un’ottica piuttosto inconsueta e talora provocatoria (la presentazione del primo libro nel 1990 suscitò reazioni molto vivaci, ma oggi il panorama culturale è forse parzialmente mutato) la storia e il clima del Risorgimento italiano. In questo ambito il beato Faà di Bruno è figura esemplare e sintomatica del fatto che, contro ogni convinzione dei suoi contemporanei, anche un buon cattolico può essere “un italiano serio”.