The Relevance of Physics

Il voluminoso studio di oltre 600 pp., pubblicato originariamente a Chicago nel 1966, si propone, nella prospettiva di una critica allo scientismo, di chiarire il campo di validità della scienza e del metodo scientifico, ossia, come dice il titolo, "la rilevanza della fisica" in sé e per le altre discipline. Stanley Jaki, benedettino, laureato in teologia e in fisica, si è principalmente occupato di storia della scienza con numerose saggi di indubbio interesse, fra cui The Roads to Science and the Ways to God, The Origin of Science and the Science of its Origin, Science and Creation: from Eternal Cycles to and Oscillating Universe, Planets and Planetarians: A History of Theories of the Origin of Planetary Systems. Il libro si divide in quattro parti. Nella prima parte si esamina, con numerose citazioni dalle fonti originali, la storia della fisica attraverso il dispiegarsi nel tempo delle sue principali "visioni". La prima visione, che ha dominato l'antichità e si deve principalmente ad Aristotele, considera il mondo come un organismo. La seconda visione, che può essere ben simboleggiata da Newton, descrive il mondo come un meccanismo. La terza visione, che possiamo associare ad Einstein, tratta il mondo usando modelli matematici. La seconda parte del libro passa in rassegna i temi centrali della fisica contemporanea: la ricerca nel campo della fisica delle particelle elementari, e l'astrofisica che continua ad ampliare i limiti spaziali e temporali dell'universo conosciuto. A proposito di questi rami della fisica si nota che con l'espandersi del campo della conoscenza, si assiste ad un parallelo emergere di sempre nuove domande. È questa una dimostrazione di una delle tesi dell’A., ossia che le nuove scoperte continuano ad aumentare la rilevanza della fisica, ma mostrano pure la sua permanente incompletezza. Un capitolo intero è dedicato al problema della precisione in fisica, ovvero al suo essere limitata solo a ciò che è misurabile, ed al suo non poter affermare (scientificamente) nulla circa ciò che non è misurabile. La terza parte esamina la rilevanza della fisica per la metafisica, la biologia, l'etica e la teologia. Jaki sostiene, con abbondanza di documentazione, l'incompetenza della fisica a trattare di qualità se queste rappresentano valori – estetici, morali o spirituali. Mentre è evidente che le misure, e quindi la fisica, non hanno nulla da dire su temi filosofici come ad esempio l'essere. Per la biologia si argomenta che essa non è riducibile ad un ramo della fisica, per la non predicibilità di molti dei suoi processi. Un altro libro di Jaki, Brain, Mind and Computers aveva esaminato il rapporto con l'informatica e il problema della intelligenza artificiale. La quarta parte esamina in chiave critica le pretese dello scientismo. Le speranze di riuscire ad elaborare una teoria fisica "finale" saranno sempre frustrate dal teorema di Gödel, che assicura che nessun insieme di proposizioni matematiche e logiche può contenere al suo interno la prova della sua propria consistenza. Infine si descrive il ruolo della fisica nella cultura umana, concludendo che la fisica, come ogni attività dell'uomo, conserva tutta la sua bellezza e il suo significato, solo se la sua coltivazione è armonicamente coordinata con l'intera realtà umana.