La domanda che guida la ricerca è la seguente: la parola Religione può essere usata nel senso di “esperienza del sacro” indistintamente in tutte le culture? Per Mircea Eliade il concetto di religione come esperienza del sacro si può intendere solo se è connessa all’idea dell’essere, del significato e verità, e non implica necessariamente la credenza in Dio. In tutte le culture la crescita morale umana, il divenire uomo religioso si esplica attraverso l’imitatio Dei: nei primitivi, così come negli orientali e nei pre-socratici. Il Sacro si intuisce come fondamento del reale e deve essere inteso come un elemento strutturale della coscienza che conferisce ordine e significato all’irrazionale e al caos osservato nel mondo. Il passaggio dall’irrazionale al razionale si attua attraverso la percezione delle “ierofanie”: simboli, miti, esseri soprannaturali entrano a far parte della coscienza collettiva di un popolo o di una cultura antica o moderna. Sono tutti codici culturali da decifrare attraverso particolari ermeneutiche. La fenomenologia e la storia delle religioni sono discipline umanistiche e allo stesso tempo tecniche propedeutiche e spirituali che studiano proprio questi archetipi della spiritualità e del sacro mettendo a confronto il fenomeno nell’antichità e nella modernità, scoprendo quegli aspetti analoghi che aiutano la comprensione del fenomeno religioso come struttura di una coscienza collettiva culturale. Mircea Eliade mette a confronto il sacro antico di culture sconosciute e il sacro moderno. Il carattere sacro della Vita e della Natura, la scoperta di una sacralità cosmica, ad esempio, si trova nella cultura contadina del sud-est europeo, nella Cabala giudaica medievale, così come nel movimento degli Hippies degli anni 60’. L’anima non vive solo di razionalità: il sacro rivelato nella vita di tutti i giorni fa emergere le strutture religiose e i significati di mondi privati individuali e di universi immaginari collettivi. Eliade sottolinea la funzione culturale importantissima che uno studio della storia delle religioni, capace di giungere a vere sintesi – e non chiuso in monografie specializzate, neutrali sul piano del giudizio – può esercitare in una società secolarizzata. La nascita e la morte, il lavoro e il nutrimento, l’unione sessuale e la procreazione, sono tutti atti che hanno un valore sacramentale per l’“uomo totale” che non è mai del tutto desacralizzato. Nella studiare la cultura contemporanea, l’A. mette a confronto l’uomo occidentale moderno con dei mondi di significato a lui forse meno familiari, lontani geograficamente e temporalmente, rappresentati dalle religioni dell’Oriente, del Nord e Sud America. Il saggio è rivolto principalmente allo specialista, e comunque al lettore con sufficiente formazione.