L’opera di Gerardus van der Leeuw (1890-1950), Phänomenologie der Religion, insegnante di ebraico e poi professore di storia delle religioni, di teologia e filosofia egiziana presso l’università di Groningen (1918-1950) è un’introduzione alla fenomenologia della religione rivolta a studenti e studiosi che si accostano ai temi dell’antropologia e della storia religiosa. Questo testo, che può considerarsi un classico per gli studi religiosi, è frutto di un lavoro durato molti anni; una prima edizione fu pubblicata nel 1925 e una postuma nel 1956, curata dal figlio di Van der Leeuw, seguendo gli appunti lasciati del padre. Con autori di riferimento quali Husserl, Scheler e Dilthey, l’A. considera la fenomenologia come metodo autonomo per analizzare il fenomeno religioso che, in tre momenti dialettici, si manifesta dapprima come essere relativamente nascosto, per poi rivelarsi progressivamente fino a diventare trasparente, ossia completamente comprensibile. Il soggetto al quale il fenomeno appare attraversa anch’egli tre fasi: l’esperienza vissuta, la sua comprensione e quindi la testimonianza. Il volume è suddiviso in cinque parti: l’oggetto della religione (Dio, nella sua potenza e nelle sue forme sacre, ecc.), il soggetto della religione (l’uomo, l’anima, la vita in comunità, la rappresentanza, ecc.), e la relazione tra l’oggetto e il soggetto (comportamento dell’uomo, atti di culto e rapporto con Dio). Le ultime due parti riguardano la fenomenologia dinamica, ossia il mondo (il ruolo dell’uomo e di Dio nel mondo, e la funzione della Rivelazione) e le figure (le religioni e le loro forme, le chiese e altre figure). L’opera rappresenta un avviamento utile a chi voglia comprendere la storia delle religioni — conoscenza che si considera però in buona parte già acquisita dal lettore — alla luce della fenomenologia, ritenuta dall’A. come la sola scienza che possa farci intendere i fatti religiosi nella loro propria natura. Nel volume sono citate e spiegate le posizioni di autori di diversi orientamenti e nazionalità allo scopo di permettere al lettore una sempre più corretta e completa comprensione dei fenomeni, una “comprensione della religione — come scrive nella prefazione alla prima edizione lo stesso studioso — sia nella sua immensa ricchezza di patrimonio culturale sia nell’appello della fede che da essa è rivolta all’umanità”.