In questa raccolta vengono esaminati i rapporti fra scienza e Sacra Scrittura nel secolo XVII attraverso una raccolta di contributi di qualificati autori. Paolo Rossi (La Sacra Scrittura e i tempi della storia), affronta il problema dell’antichità della terra e ne mette in luce il conflitto con una interpretazione letterale delle Scritture, come si originerà nell’età moderna. Mario Miegge (Teologi critici e scienziati apocalittici: l’interpretazione delle profezie di Daniele all’inizio dell’età moderna) sottolinea il rilievo assunto dalla interpretazione delle profezie, sia per la nascita di una rinnovata ermeneutica biblica, sia per assicurare alla nuova scienza la convinzione di un ordine unitario e continuo nella storia del mondo. I contributi di Paolo Lombardi (Teologia e moduli ermeneutici alle radici del processo galileiano) e di Michael Segre (Ermeneutica ebraica, ermeneutica cattolica, tradizione e scienza) affrontano lo sviluppo delle questioni ermeneutiche nell’età moderna. Oltre a considerare l’atteggiamento e le proposte esegetiche di Galileo (è di particolare rilievo lo studio di E. McMullin, Galileo as Theologian), il volume presenta anche studi su Cartesio (A. Pérez de Laborda), Hobbes (P. Machamer), Pascal (W.R. Shea), e Newton (J.E. McGuire). C. Giuntini e R. Mazzolini offrono contributi di natura storica su alcuni conflitti fra religione e scienza fra Seicento e Settecento.