Fra le poesie del mistico spagnolo san Giovanni della Croce (1542-1591), proponiamo questo testo, dedicato alla creazione, come esempio di prospettiva cristocentrica rinascimentale. Ricollegandosi al pensiero di alcuni Padri, Atanasio di Alessandria (295-373) e Massimo il Confessore (580-662) in particolare, ed in continuità con l’intuizione di Giovanni Duns Scoto (1265-1308) circa il rapporto fra il Verbo incarnato e la creazione, san Giovanni della Croce immagina un mistico sposalizio fra il Verbo e il creato, premessa dello sposalizio fra il Verbo e l’essere umano (incarnazione), fra il Verbo e la Chiesa (presenza sacramentale). L’umanità di Gesù Cristo preesiste misteriosamente alla creazione, che Dio Padre inaugura per Amore del Figlio, allo scopo di consegnarla in dono a lui, come condizione di possibilità della sua umanità glorificata. Siamo di fronte ad una prospettiva cristocentrica, comune anche ad altri autori, secondo la quale l’intero “allestimento” della creazione è orientato non soltanto alla comparsa dell’uomo, ma anche all’incarnazione del Verbo-Figlio, che assume la natura umana quale frutto della paziente attesa dell’intero creato.
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Nazareno dell’Addolorata O.C.D (a cura di), San Giovanni della Croce, Opere, Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, Roma 1959, pp. 986-989