La linea obliqua. Il ruolo della tecnologia nella riflessione teologica

Andrea Vaccaro è docente all’Istituto di Scienze Religiose “Galantini” di Firenze.

Il saggio affronta il tema del rapporto dinamico esistente tra tecnologia e religione.

Il libro si presenta con uno stile originale e con un procedere organizzato in maniera alternata e poco uniforme. Nella premessa stilistica l’A. dichiara di voler proporre idee per una teologia della tecnologia volutamente “provocatorie” e “marcate”. L’obiettivo è quello di invitare il lettore a «guardare all’essenza teologica della tecnologia e vederne la sostanza soprannaturale». (p. 7)

Il primo capitolo, prendendo a modello il procedere delle Ricerche Filosofiche di Wittgenstein, contiene una serie di riflessioni personali e aforismi non ordinati, quasi pensieri di getto, sul rapporto tra teologia e tecnologia. Il secondo capitolo propone delle considerazioni stimolate da alcune letture di diversi autori, figure della cultura filosofica e teologica contemporanea, che hanno affrontato il tema e riflettuto sul ruolo della tecnologia nel mondo moderno (tra cui Giuseppe Tanzella-Nitti, Philip Hefner, Emanuele Severino, Umberto Galimberti). Il terzo capitolo è dedicato ad un excursus sulla figura di Prometeo e sulle sue interpretazioni nel corso dei secoli. Il quarto capitolo contiene le indicazioni del Magistero sull’argomento, a partire da un’analisi approfondita del Concilio Vaticano II e da un esame dettagliato delle numerose indicazioni che esso ha fornito. Tra le molte riflessioni prodotte dal Concilio, l’A. si sofferma sull’analisi di alcuni passaggi della Gaudium et Spes.

Dopo un secondo excursus dedicato alla contemporanea filosofia della tecnologia presente nel capitolo quinto, il libro si conclude con un ultimo capitolo nel quale Vaccaro si propone di fornire una sintesi sistematica del tema, fornendo una esposizione ordinata delle “azioni teologiche che la tecnologia compie”.

Nell’ultimo paragrafo l’A. propone alcune riflessioni personali sui nessi che legherebbero fra loro la tecnologia e lo Spirito Santo: «I vari aspetti della tecnologia come pura strumentalità e servizio, come realizzazione della creatività umana, come volontà di trasformare terra e cieli consueti in terra e cieli nuovi, come libertà in atto, come madre feconda di comunicazione, come sommessa ma potente guida della storia, inducono a vedere in essa un’incarnazione dello Spirito» (p. 193)

Si tratta di un’opera certamente originale che raccoglie la sfida di dover pensare la tecnologia in termini teologici. Impresa difficile che richiederà senza dubbio ulteriori e importanti approfondimenti. Il saggio ha un intento divulgativo e si rivolge a un pubblico non specialistico.

E. P.