A differenza di altri volumi, articolati e ponderosi, il saggio di Adriano Fabris, da tempo impegnato nell’ambito dell’etica applicata alla tecnologia, sintetizza in poche pagine le principali questioni derivanti dall’uso delle contemporanee tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Avendo trattato le questioni fondative e di maggiore spessore filosofico in altre opere (si veda ad es. Etica delle nuove tecnologie, 2012), l’A. si concentra sul nuovo scenario che l’informazione e la comunicazione posseggono grazie alla rete (web) e ai dispositivi, sempre più friendly e pervasisi, che ci consentono di accedervi. Il saggio è diretto ad un pubblico ampio e potrà essere impiegato con profitto da educatori e persone che hanno il compito di guidare responsabilmente l’accesso alle dinamiche e agli strumenti della comunicazione. I temi svolti non paiono finalizzati ad un corso di livello universitario quanto, piuttosto, a fornire riflessioni fruibili in contesti educativi e culturali, sebbene in dialogo con autori e prospettive di taglio filosofico e sociologico.
«Questo libro —afferma Fabris nell’introduzione— intende fornire un’introduzione complessiva, condotta da una prospettiva etica, alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Si tratta di un’introduzione che non vuole concentrarsi, unicamente, su ciò che sono, su quali sono e su come funzionano queste tecnologie. Certo: nel volume saranno forniti anche alcuni approfondimenti in proposito, elaborati per un pubblico di non specialisti. Ma lo scopo di questo testo è diverso: esso vuole chiarire quali siano propriamente, per l’essere umano, i modi migliori, cioè quelli più corretti e più buoni, di rapportarsi oggi alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione» (p. 9).
Tre parti compongono il volumetto: I. “I concetti di base”, II. “Etica dei dispositivi della comunicazione” e III: “Etica degli ambienti comunicativi”. Nella prima parte si introducono le nozioni e le riflessioni di base su “informazione” e “comunicazione”, chiarendone l’applicabilità della dimensione etica e ponendo l’enfasi sul concetto di “ambiente comunicativo”, soggetto di dinamiche originali. La seconda parte ripercorre per grande linee la progressiva entrata dei “dispositivi” nella nostra vita: fotografia, cinematografia, grammofono, radio, televisione, computer, smartphone, robot, per concentrarsi poi in modo particolare sull’etica di computer, smartphone e robot, ma anche sull’ontologia ad essi soggiacente. La terza ed ultima parte affronta l’ambiente comunicativo oggi per eccellenza, internet, ponendone in luce problemi e opportunità. Ma esamina anche l’ambiente che i dispositivi tendono a definire e ad instaurare fra loro, rischiando in alcuni casi di escludere l’uomo stesso dai dinamismi che essi inducono. Si tratta di un problema etico nuovo, che non può essere sottovalutato.
Le nuove tecnologie pongono nuovi interrogativi all’approccio etico. Questi non dipendono solo dalla novità degli oggetti da noi prodotti, ma anche dalle cose che questi oggetti fanno, a ciò che noi lasciamo fare loro, e di cui manteniamo la responsabilità. Noi, in sostanza, abbiamo la responsabilità di ciò di cui, in senso stretto, la macchina non è responsabile. È questo il principio etico che deve illuminare il nostro uso degli strumenti di comunicazione ed il nostro rapporto con le dinamiche che essi instaurano.