L’ultimo volume di Maurice Finocchiaro, On Trial for Reason; Science, Religion and Culture in the Galileo Affair, edito dalla Oxford University Pres, offre una lettura approfondita del caso Galileo, che viene osservato non soltanto dalla prospettiva del processo da parte dell’Inquisizione; infatti vengono passati in rassegna tutti gli aspetti scientifici, culturali, sociali e politici che hanno portato agli eventi del processo Galileo, e che lo hanno reso un illustre protagonista del suo tempo, figura ammirata e contestata.
È infatti indubbio che Galileo abbia portato numerose innovazioni in vari campi della scienza: dalla fisica, ambito nel quale fu pioniere dello studio sperimentale del moto, all’astronomia, che innovò soprattutto grazie all’introduzione del telescopio, nuovo strumento che rese possibile l’osservazione sistematica del cielo. Inoltre, è possibile rintracciare un terzo aspetto dell’eredità di Galileo, e cioè il suo pensiero filosofico, che fu particolarmente rilevante soprattutto a causa delle sue vicende personali e storiche. Egli infatti non era di competenza uno studioso di filosofia, quanto piuttosto un pensatore pratico e orientato alla concretezza, che però si ritrovò a dover speculare sulla natura della conoscenza.
Il saggio è suddiviso in undici capitoli nei quali Finocchiaro fa immergere il lettore nell’epoca di Galileo, cercando di fare chiarezza, fin dal primo capitolo, tra ciò che c’è stato di reale e ciò che invece fu inventato sul processo allo scienziato. L’opera descrive inoltre in modo dettagliato, anche mediante l’utilizzo di documenti originali, il background che ha portato Galileo alle sue conclusioni sulla rotazione terrestre sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista storico e culturale.
L’autore del volume procede poi a un’intrigante narrazione del processo di Galileo, evidenziando gli argomenti e le prove a favore e contro il moto della Terra, e riconoscendo come fondamentale in quel periodo l’invenzione del telescopio per l’osservazione astronomica e la conseguente rivalutazione della teoria copernicana.
I capitoli che riguardano il processo a Galileo sono dunque i più densi dell’opera, ma anche quelli più innovativi, poiché l’Autore cerca di ribaltare la visione più diffusa del processo come di un momento di conflitto tra la scienza illuminata e una religione oscurantista. Allo stesso tempo si propone di rovesciare anche un’altra visione molto diffusa del caso Galileo, opposta a quella sopra illustrata, ma allo stesso modo fallace: l’idea che Galileo meritasse una condanna poiché avrebbe violato alcune regole del metodo scientifico e del ragionamento logico.
Particolarmente illuminante, a tal proposito, è la lettura del Capitolo 9, Religion vs. Science?, in cui Finocchiaro espone la sua visione del processo, che riesce a restituire un’immagine complessa e sfaccettata di ciò che avvenne, evitando di cadere in entrambi miti, di stampo opposto, che ha illustrato inizialmente.
Considerando il pensiero di Galilei da più punti di vista l’Autore arriva alla conclusione che non è affatto il portavoce della separazione tra fede e scienza, anzi, Galilei non fa altro che mostrare l’armonia e la continuità tra i due mondi, è capace di far dialogare complessità e semplicità. Galilei ha chiaramente introdotto un metodo nella ricerca della verità, attraverso il pensiero critico ha stimolato gli intellettuali e scienziati della sua epoca e di quelle future a non cristallizzarsi in posizioni estreme, prese a priori, ma affidare tutto a un modello di razionalità in grado di far incastrare tutte le prospettive parziali in modo da un’ampia visione d’insieme.