The Harmony of the Spheres. A sourcebook of the Pythagorean Tradition in Music

Nella storia dell’Occidente la musica non è stata solamente una forma espressiva tra le altre, vale a dire una pratica artistica, ma fin dall’antica Grecia si è costituita come crocevia di speculazioni filosofiche e scientifiche e si è distinta per l’importanza della sua dimensione teorica. Filosofia, matematica e musica sono nel pensiero classico strettamente legate; in questo panorama culturale emerge la figura di Pitagora, che con le sue sperimentazioni e le sue ricerche (in particolare sul fenomeno della consonanza) costituisce un modello per la teoria musica dei secoli successivi.

The Harmony of the Sphere è un’antologia che raccoglie, come recita il sottotitolo, testi e informazioni sulla tradizione pitagorica nella storia della musica. È curata da Joscelyn Godwin, un importante musicologo e compositore inglese noto proprio per i suoi lavori di ricerca sulla musica antica. Questa raccolta di fonti è costruito cronologicamente: le voci di cui si compone ripercorrono la storia della musica prendendo le mosse dalla Grecia classica sino ad arrivare, nell’ultima sezione, al Diciannovesimo secolo. Il testo è aperto da una breve introduzione in cui Godwin spiega la genesi e le motivazioni che hanno condotto alla redazione di questo libro, ripercorrendo rapidamente i suoi anni di studio precedenti, di cui The Harmony of the Sphere rappresenta, in certo qual modo, un punto di raccordo. Conseguentemente, nell’introduzione sono esposte le cause della vistosa esclusione di testi del Ventesimo secolo. Tale mancanza, spiega Godwin, è motivata dall’aver già esplorato sufficientemente l’influenza e la persistenza di elementi pitagorici sulla musica contemporanea in due testi precedenti: Music, Mysticism and Magic. A Sourcebook (Routledge, Londra 1986), curato dallo stesso autore, e Cosmic Music: Musical Keys to the Interpretationof Reality (Inner Traditions, Rochester 1989), volume collettaneo contenente diversi saggi dei maggiori “pitagorici” del Novecento – Marius Schneider, Rudolf Haase, and Hans Erhard Lauer – tradotti in inglese e riuniti, anche in questo caso, da Godwin (p. xii). L’introduzione è seguita da ben 52 voci antologiche, ognuna delle quali è dedicata a un pensatore, un compositore, un teorico della musica o un artista nella cui opera è possibile ravvisare tracce di elementi pitagorici, in alcuni casi esplicite, in altre meno. Ogni voce consta di una breve ricostruzione storica dell’opera, della biografia e della teoria che soggiace ai brani antologici, inseriti di seguito. Alcune voci comprendono più testi di uno stesso autore, altre sono più scarne e si concentrano su passaggi brevi. Le cinquantaduevoci sono ripartite ulteriormente in cinque macro-sezioni cronologiche. La prima raccoglie autori e fonti relativi alla musica antica, e va dalla filosofia di Platone e dalle opere di Plinio il vecchio, ai testi di Proclo e Boezio, passando per sant’Attanasio e Macrobio. La seconda, dedicata al Medioevo, include tanto autori appartenenti alla tradizione occidentale, come Ugolino da Orvieto e Giovanni Scoto Eriugena, quanto a quella arabo-orientale, presentando testi appartenenti ai Fratelli della Purezza (Ikhwan al-Safa’), e a quella ebraica, con una voce dedicata a Ibn Latif. La terza sezione s’incentra sul Rinascimento, con la considerazione di alcuni dei pensatori più influenti di questo periodo storico (fra cui Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e Jean Bodin), mentre la quarta sul periodo Barocco (e vi troviamo figure come Giovanni Keplero, Marin Mersenne e Angelo Berardi). L’ultima sezione ospita brani provenienti perlopiù dal periodo illuminista e romantico e si apre con la voce relativa a Isaac Newton mentre si conclude con la voce dedicata al compositore popolare Azbel. Uno dei punti di forza di quest’antologia consiste nell’inserimento, accanto ai testi, di immagini, schemi, pentagrammi, disegni e frammenti di manoscritti che servono a corredare ed esplicare visivamente i contenuti teorici contenuti nei brani.

   

Autore scheda bibliografica tematica
Claudio D’Aurizio
2020