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Al Centro Internazionale di Studi e Relazioni Culturali

Papa Paolo VI
11 novembre 1965

Accogliamo con compiacenza il gruppo di personalità che il Centro Internazionale di Studi e di Relazioni culturali conduce a questo incontro. Siamo lieti che esso Ci offra opportunità di porgere a ciascuna di esse il Nostro rispettoso saluto e di assicurarle tutte della stima dell'alta considerazione, della fiducia che la Chiesa riserva a coloro che dedicano la propria vita alla ricerca, allo studio, all'espressione filosofica, letteraria, artistica ed anche professionale e sociale dei valori dello spirito. Come Ci è stato significato, cotesto Centro di Studi e di Relazioni culturali si propone di ravvivare la fiducia nelle attività superiori dello spirito umano, non solo nell'esplorazione e nella dominazione del mondo esteriore all'uomo, ma altresì nella meditazione e nella celebrazione del mondo interiore dell'uomo. Ottimamente. E a tanto vuol giungere cotesto Centro mediante la conversazione dell'uomo di cultura con l'uomo di cultura, mediante un confronto e una circolazione di esperienze spirituali, mediante un linguaggio che dia al sapere coscienza di sé ed utilità per gli altri. Pensare e pensare insieme: grande programma. Non è proposito nuovo; ma è proposito sempre da rinnovarsi; e ciò, come ognuno sa, per rispondere a bisogni particolarmente sentiti nel nostro tempo principalmente rivoltoalla ricerca e alla conquista di altri valori che non quelli della cultura umanistica. 

E a questa confluenza di studiosi di rami molto diversi dello scibile umano e di uomini professanti differenti forme dell'attività dello spirito, Ci sembra dover attribuire un altro prezioso significato, quello che riconosce il bisogno di unificare il sapere, di fissare un punto prospettico che dia ordine e gerarchia ai vari campi del pensiero e della scienza, il bisogno d'una sintesi, che tutto contenga senza nulla sacrificare, il bisogno di una «summa», che non può non avere il suo punta focale se non nella scienza di Dio, nella Realtà trascendente, dove l'essere trova la sua fonte, ilpensiero la sua luce, l'azione la sua legge. Ed ecco che qui, non certo perché Noi ne siamo inventori, qui trovate ciò che cercate: il Dio vivo, di cui siamo alunni e ministri, e al termine di tutti i sentieri dell'umano pellegrinaggio; e se è vero come lo e, che a Noi è dato essere per tutti, per il mondo, i «cultores Verbi», gli adoratori ed i profeti del Dio vivo e vero, si spiega perché i vostri passi, quasi d'istinto, si siano qua rivolti, e qui trovino una stazione d'arrivo, prodiga d'una duplice segreta consolazione, quella appunto del traguardo (oh! non già di riposo! ma di nuovo e ormai beato cammino!), e quella dell'incontro con i fratelli che credevamo smarriti nei sentieri della studio senza meta, e sono invece qui per narrarci diloro avventure dolorose e meravigliose, che ci rendono capaci, ciascuno nel settore della propria specializzazione, di comprendere innumerevoli e immense cose nuove, prima ignorate e insospettate. Siate perciò i benvenuti a questo convito dei diversi cultori dei diversi campi del sapere; qui non è dispersione, ma convivenza e dialogo; qui le vostre enciclopediche ricchezze di pensiero e di cultura si dispongono in cerchio e godono il fascino dell'unità.