La scienza del libro delle creature

Presentiamo la traduzione italiana di Marisa Borchiellini del Prologo alla nota opera dell’autore catalano, dottore in teologia e medicina, Raimundo de Sabunde (nato attorno al 1385 e morto nel 1436). L’opera costituisce – probabilmente al di là delle intenzioni del suo stesso autore – il primo importante snodo concettuale che condurrà, prima nel Rinascimento e poi nella modernità, alla possibilità di una lettura “autonoma” del Libro della Natura in modo autosufficiente nei confronti del Libro della Scrittura. L’opera suscitò pareri discordi. Lodata come grande esempio di teologia naturale e di armonia fra fede e ragione, ebbe enorme influenza nei secoli successivi. A motivo delle ambiguità di interpretazioni cui la sua lettura poteva dar origine, fu inserita nel 1559 da Paolo IV nell’Indice dei libri proibiti. La proibizione fu poco dopo limitata da Pio IV al solo Prologo (1564) con la richiesta dell’inserimento di una nota di chiarimento.

Inizia il Libro della natura o delle creature. In esso si tratta specialmente dell’uomo e della sua natura in quanto uomo, e delle cose, che sono necessarie per conoscere se stesso e Dio ed ogni dovere, al quale l’uomo è tenuto e obbligato tanto nei confronti di Dio che del prossimo. Composto dal reverendo maestro Raimondo di Sabunde, maestro nelle arti e nella medicina e nei testi sacri egregio professore.

[Prologus]

A lode e gloria della santissima trinità e della gloriosa Vergine Maria nel nome del Signore nostro Gesù Cristo per l’utilità e la salvezza di tutti i cristiani segue la Scienza del libro delle creature ovvero del libro della natura, e la Scienza sull’uomo, che è propria all’uomo, in quanto è uomo. Ed essa è necessaria ad ogni uomo, ed è a lui naturale e conveniente.

Attraverso di essa viene illuminato alla conoscenza di se stesso e del suo creatore, e di ogni dovere, al quale l’uomo è tenuto, in quanto è uomo, e per diritto di natura.

Per mezzo di essa inoltre ognuno conoscerà, proprio come da vicino, tutto ciò a cui è naturalmente tenuto.

E non solo sarà illuminato per conoscere; ma attraverso questa scienza la volontà sarà anche mossa e spinta con gioia e spontaneità a volere e fare ed operare per amore.

E non solo questo, questa scienza insegna anche ad ogni uomo a conoscere realmente, infallibilmente, senza difficoltà e fatica ogni verità necessaria all’uomo per conoscere, tanto sull’uomo quanto su Dio, sia tutte le cose che sono necessarie all’uomo per la salvezza e la sua perfezione, sia come raggiungere la vita eterna.

E mediante questa scienza l’uomo conoscerà senza difficoltà infallibilmente qualsiasi cosa sia contenuta nella sacra Scrittura. E, attraverso questa scienza, qualsiasi cosa nella sacra Scrittura sia detta e insegnata viene conosciuta infallibilmente con certezza così grande che l’intelletto umano aderisce e crede senza alcun dubbio a tutta la sacra Scrittura, perché essa allontana l’uomo da ogni errore e da ogni dubbio, e certifica infallibilmente che nessuno possa dubitare.

Parimenti: in questa scienza e per questa scienza si può risolvere ogni questione , che deve essere conosciuta dall’uomo tanto su Dio quanto sull’uomo, e questo senza difficoltà.

E vengono conosciuti infallibilmente tutti gli errori degli antichi filosofi pagani e degli infedeli.

E mediante questa scienza tutta la fede cattolica viene infallibilmente conosciuta ed è provata come vera. Ed ogni setta, che è contro la fede cattolica, viene conosciuta e si dimostra infallibilmente come falsa ed erronea.

E perciò ora alla fine del mondo è sommamente necessaria ad ogni cristiano questa scienza infallibile, affinché ciascuno sia fortificato, sicuro e rinsaldato nella fede cattolica contro gli avversari della fede stessa, affinché nessuno sia ingannato, e sia pronto a morire per essa.

Inoltre: mediante questa scienza ognuno comprenderà facilmente tutti i santi dottori. Anzi, proprio essa si trova incorporata nei loro libri, ma non appare, come l’alfabeto è incorporato in tutti i libri. Perciò questa scienza è come l’alfabeto di tutti i dottori; e perciò proprio come l’alfabeto deve essere appresa per prima. Pertanto, se qualcuno vuole comprendere in breve tutti i dottori e tutta la sacra Scrittura, possieda questa scienza, perché essa è la luce di tutte le scienze.

Perciò se vuoi essere consolidato, fondato, confermato, certo, apprendi prima di tutto questa scienza, altrimenti sarai incero ed errante, non avendo stabilità in te stesso; poiché questa è radice, origine e fondamento di tutte le scienze che sono necessarie all’uomo per la salvezza. E perciò, chi la possiede, possiede in sé la radice e il fondamento di ogni verità.

Inoltre: questa scienza non ha bisogno di nessun’altra scienza né di qualche arte. Non presuppone infatti né la grammatica, né la logica, né alcuna delle sette arti liberali, né la fisica, né la metafisica, perché codesta è la prima , ed è necessaria all’uomo.

E dispone di tutte le altre a buon fine e alla vera utilità dell’uomo; perché questa scienza insegna all’uomo a conoscere se stesso, il motivo per cui sia stato fatto, e da chi sia stato fatto; cosa è il suo bene, cosa è il suo male; cosa deve fare; a cosa è obbligato, e a chi è obbligato.

E se l’uomo non conosce per primo tutte queste cose, a cosa giovano le altre scienze? Tutte sono vanità per l’uomo, e di tutte si serve male e a suo danno, poiché non sa dove va, né donde viene, né dove è.

Pertanto insegna anche a conoscere ogni corruzione e mancanza dell’uomo, e la dannazione, e da dove vennero all’uomo, e in quale stato è l’uomo, e in quale fu dapprima, e da dove cadde, e dove andò, e quanto sia lontano dalla sua primitiva perfezione.

E insegna, in quale modo l’uomo può essere redento e quali cose sono necessarie alla sua redenzione.

E perciò essa è comune a chierici e laici, e ad ogni condizione umana.

E si può ottenere in meno di mezzo mese e senza fatica. E non occorre memorizzare qualcosa, né mettere per iscritto qualche libro; né si può perdere con l’oblio, una volta che sia stata posseduta.

E rende l’uomo lieto, umile, benigno, obbediente, e fa avere in odio ogni vizio e peccato ed amare le virtù; e non si gonfia.

Inoltre: questa scienza dimostra con argomenti infallibili, ai quali nessuno può contraddire, perché dimostra mediante quelle cose che sono cortissime a qualsiasi uomo per esperienza vera, cioè mediante tutte le creature e la natura dell’uomo stesso. E prova ogni cosa proprio mediante lo stesso uomo e attraverso quelle cose che con tutta certezza l’uomo conosce di se stesso per esperienza. Nessuna conoscenza è infatti più certa di quella per esperienza, e soprattutto per l’esperienza di ciascuno entro se stesso. E perciò questa scienza non richiede altri testimoni che l’uomo stesso.

Inoltre: questa scienza all’inizio appare vile e di nessun valore, per il fatto che inizia nelle cose piccolissime, che chiunque disprezza; ma alla fine invece consegue un frutto infinito e conoscenze nobilissime sull’uomo e su Dio. Poiché quanto più inizia nelle cose umili, tanto più sale a quelle altissime e ardue.

E perciò chi vuole avere frutto, si eserciti prima di tutto nei princìpi umili di questa scienza, e non li disprezzi, perché altrimenti non avrebbe nessun frutto; così come un fanciullo, se non si è prima di tutto ben esercitato nella conoscenza dell’alfabeto e di ciascuna singola lettera, non potrebbe poi imparare a leggere. E perciò non sia grave a qualcuno, poiché saprebbe di più in meno di un mese tramite questa scienza che in cento anni studiando gli altri dottori. E dopo che avrà questa scienza, capirà anche tutti i dottori.

Inoltre: questa scienza non rinvia a niente, né alla sacra Scrittura, né a qualche dottore. Al contrario, proprio questa ci conferma la sacra Scrittura.

Pertanto due sono i libri dati a noi da Dio, cioè il libro della totalità delle creature o libro della natura; e l’altro è il libro della sacra Scrittura.

Il primo libro fu dato all’uomo fin dal principio, appena fu creata la totalità delle creature, poiché qualsiasi creatura non è se non una certa lettera, scritta dal dito di Dio; e da più creature, come da più lettere, è composto il libro unico che è chiamato libro delle creature. Nel qual libro è contenuto anche l’uomo stesso, ed è in modo principale lettera dello stesso libro. E come la lettera e le parole, fatte di lettere, comportano e includono la scienza e diversi significati e meravigliose sentenza, così, similmente, le stesse creature, unite insieme e reciprocamente combinate comportano e indicano diversi significati e sentenze, e contengono la scienza necessaria all’uomo.

Il secondo libro, invece, quello della Scrittura, è stato dato all’uomo per secondo; e questo al venir meno del primo libro, dal momento che l’uomo non sapeva leggere nel primo, poiché era cieco. Ma tuttavia il primo libro, quello delle creature, è comune a tutti; invece il libro della Scrittura non è comune a tutti, perché solo i chierici sanno leggere in esso.

Ancora: il primo libro, quello della natura, non può essere falsificato, né cancellato, né interpretato falsamente. Perciò gli eretici non possono intenderlo in maniera falsa, né qualcuno può diventare eretico in esso. Il secondo invece può essere falsificato e interpretato falsamente e capito male. Pur tuttavia entrambi i libri provengono dal medesimo [autore], poiché il medesimo Signore che fece quello delle creature rivelò la sacra Scrittura. E perciò concordano l’uno con l’altro, e l’uno non contraddice l’altro. Ma tuttavia il primo è a noi connaturale, il secondo soprannaturale.

Inoltre: dal momento che l’uomo è naturalmente razionale e capace di imparare e di sapere, e dal momento che per natura alla sua creazione non possiede in atto nessun sapere e nessuna istruzione, seppure sia adatto a riceverla, e dal momento che sapere e istruzione non si possono avere senza un libro in cui siano scritte, fu estremamente conveniente, affinché l’uomo non fosse invano capace di sapere e di scienza, che la divina sapienza abbia creato per l’uomo un libro, nel quale da sé senza maestro possa studiare la dottrina e la disciplina a lui necessaria. A questo scopo creò per l’uomo tutto questo mondo visibile e glielo diede come libro proprio, naturale, non falsificabile, scritto dal dito di Dio. E le singole creature sono quasi come lettere, inventate non da arbitrio umano ma divino, per dimostrare all’uomo la sapienza e la dottrina a lui necessaria per la salvezza.

Questa sapienza senza dubbio nessuno può vederla né leggerla da sé nel detto libro sempre aperto, se non è illuminato da Dio e mondato dal peccato originale. E perciò nessuno degli antichi filosofi pagani ha potuto leggere questa scienza, perché erano accecati per quanto concerneva la propria salvezza, quantunque nel detto libro avessero letto una qualche sapienza, e tutta quella che ebbero la estrassero dal medesimo. Ma non poterono leggere la vera sapienza, che conduce alla vita eterna, quantunque fosse scritta in esso.

Questa scienza allora non consiste in altro, che nel conoscere e nel vedere la sapienza scritta nelle creature, e nell’estrarre la stessa da quelle, e nel porla nell’anima, e nel vedere il significato delle creature. E questo avviene combinando una creatura con l’altra e unendole come parola a parola. E da tale unione risulta il giudizio e il significato vero, purché tuttavia l’uomo sappia capire e conoscere.

E poiché la sacrosanta Romana chiesa è madre di tutti i fedeli cristiani, nonché maestra e norma di fede e di verità, si sottomette quindi totalmente alla sua correzione qualsiasi cosa sia qui detta e contenuta.

 

Traduzione di Marisa Borchiellini, basata sull’edizione critica del Prologo stabilita da Friedrich Stegmuller: Raimundus Sabundus, Theologia naturalis seu liber creaturarum, Friedrich Frommann Verlag, Stuttgart-Bad Connstatt 1966, pp. 25*-39*. N.B.: L’uso delle maiuscole e della punteggiatura è volutamente fedele al testo latino.