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Come io vedo il mondo

Albert Einstein
trad. it. Remo Valori

Newton Compton,
Roma 1993
pp. 110
Anno di edizione originale: 1934
ISBN: 8879832050

Dodici brevi saggi offrono una lettura di alcune fra le principali tappe della storia della fisica esaminate sullo sfondo della novità recata dalla teoria della relatività. Il volume contiene anche importanti scritti sul rapporto fra scienza e società, fra i quali il “Testamento spirituale. Messaggio contro la guerra atomica” (pp. 103-110), reso pubblico da Bertrand Russell pochi mesi dopo la morte dello scienziato (1955), e “Società e personalità” (pp. 14-20), che presenta le opinioni di Einstein sulla dignità della persona umana, sulla libertà e sulla politica. Il tema del rapporto con la religione è affrontato direttamente nello scritto “Religione e scienza” (pp. 21-31). In quest’ultimo contributo, dal quale vengono spesso tratte citazioni frequentemente riproposte anche ai nostri giorni, Einstein si mostra scettico nei confronti dell’immagine di un Dio personale, remuneratore e garante della giustizia, propendendo verso l’idea di una religiosità cosmica, che partendo dalla contemplazione dell’ordine della natura è capace di condurre lo scienziato fino alle porte del mistero, riflessioni riprese poi nel saggio successivo “La ricerca scientifica” (pp. 32-36), ove si troverà il noto riferimento al Dio di Spinoza. Vanno qui segnalati due elementi importanti. La conoscenza che Einstein aveva del Dio cristiano era certamente incompleta e mediata da alcuni luoghi comuni, cosa che lo conduceva a comprendere l’immagine divina di giudice della storia come responsabile di una sorta di “religione del timore”, che egli suggeriva di sostituire con una religiosità fondata sullo stupore per la bellezza della natura e sul riconoscimento di una sacralità presente nel cosmo. La richiesta di universalità e di comunicabiltà che un Logos divino doveva necessariamente soddisfare, veniva erroneamente considerata non compatibile con il Dio cristiano, la cui immagine veniva ritenuta antropomorfa e non sufficientemente trascendente. Va tuttavia tenuto presente che vi sono forti indicazioni circa il fatto che, al di là dei suoi scritti, la religiosità di Einstein, ebreo di origine, fosse in realtà assai più vicina al Dio della rivelazione ebraico-cristiana di quanto egli stesso pensasse. Per un giudizio più approfondito sulla religiosità di Einstein e la sua idea di Dio rimandiamo alla voce Einstein di T. Torrance nel “Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede”.