Trasmissione della vita umana e sessualità: scienze e antropologia cristiana

Laura Gentile
Leonardo da Vinci (1452-1519), Disegno sullo sviluppo del feto umano, Royal Collection Trust, Buckingham Palace, Londra.
In pillole
  • La conoscenza dello sviluppo sessuale, femminile e maschile, è fondamentale per la consapevolezza di sé e per l’educazione all’amore, alla sessualità e alla genitorialità consapevole.
  • L’incontro sessuale richiede non solo l’unione di due corpi ma una predisposizione psicologica e personale al dono di sé.
  • A partire dalla fisiologia si può intuire una finalità specifica della sessualità umana, volta alla relazione, alla procreazione e al dono personale di sé.
  • Il cristianesimo, religione dell’Incarnazione, ha riconosciuto un grande valore al corpo e alla sessualità, colta nelle sue finalità unitiva e procreativa.
  • La teologia cristiana afferma che l'essere umano, maschio e femmina, è creato a immagine e somiglianza di Dio, e ne riflette il carattere personale e relazionale.

La biologia ci ha insegnato che ogni essere umano è un animale mammifero e che quindi, in quanto tale, nasce da un processo di fecondazione interna e con la possibilità di venire nutrito dalla madre, attraverso il latte materno (mammifero è un animale fornito di ghiandole mammarie). Altre discipline, fra cui anche la psicologia, ci hanno mostrato che, a differenza degli altri mammiferi, la sessualità umana va oltre il mero atto sessuale e l’esclusivo, seppur fondante, scopo procreativo. Essa riguarda l’incontro tra un Io e un Tu e la costruzione di una relazione e una comunione tra due persone. Così ce ne parlano anche non poche testimonianze della letteratura, della poesia, del teatro, e più in generale tutti quegli autori che sono stati profondi conoscitori del cuore dell’uomo. Ed è questa la prospettiva consegnataci dall’antropologia cristiana, che educa a una visione della sessualità come relazione fra persone in ordine al dono di sé, in una comunione di vita aperta alla procreazione.

La relazione con l’altro è condizione necessaria per la crescita dell’essere umano ed è una caratteristica fondante del suo essere al mondo. Il primo incontro del neonato è solitamente con i suoi genitori. Gli studi di psicologia dello sviluppo, in particolare l’Infant Research nel XX secolo, hanno dimostrato come giorno dopo giorno nella relazione con le sue figure di accudimento il piccolo essere umano riceve nutrimento, stimoli, risposte ai suoi bisogni e si avviano fin dai primi momenti scambi interattivi (ad esempio il neonato fin dai primi giorni sa ricercare e richiamare la figura dell’adulto nello spazio, predilige osservare volti umani, molto presto sviluppa il sorriso anche se ancora non intenzionale). Da subito l’essere umano nasce e si sviluppa dunque in un sistema di relazioni necessario per crescere. Senza un Tu, non è possibile che si definisca un Io; senza relazione, contatto e vicinanza l’essere umano non può sviluppare appieno le potenzialità presenti in lui.

Con la crescita, il mondo delle relazioni si amplia sempre di più; alle figure genitoriali si affiancano altri familiari, le figure educative e i pari. Anche la definizione di sé e della propria personalità si struttura col tempo e coinvolge gradualmente anche la sfera sessuale. Con la pubertà e l’adolescenza tale processo interno di natura psichica si muove di pari passo con un potente processo di crescita biologico e con un naturale cambiamento anche nelle relazioni. Sempre più il corpo manifesta i segni di una definizione sessuale e molto dell’investimento di interesse ed energie si muove verso il mondo dei pari e l’altro sesso.

Il corpo esprime esteriormente i tratti dello sviluppo sessuale e dei fisiologici processi interni che lo contraddistinguono. Lo sviluppo dell’essere umano, sia biologico che relazionale, attraversa dei passaggi e si mostra in continua evoluzione. Pensiamo, come abbiamo accennato, al ciclo di vita dell’individuo, dall’infanzia, contraddistinta da una maggiore dipendenza e immaturità ma anche da un ampissimo ventaglio di possibilità, all’adolescenza, per poi passare all’età adulta e all’anzianità.

La conoscenza più nel dettaglio dello sviluppo sessuale, femminile e maschile, della loro fisiologia, dei naturali processi biologici è fondamentale per la consapevolezza di sé e per l’educazione all’amore, alla sessualità e alla genitorialità consapevole.

La sessualità maschile appare aciclica; l’uomo dalla pubertà è sempre fertile, le sue cellule sessuali sono sempre disponibili e pronte per l’incontro. Tutto lo sviluppo sessuale femminile è invece caratterizzato dalla ciclicità: la ragazza passa dall’infanzia alla pubertà, entra in età fertile e poi passa nuovamente alla menopausa. Inoltre ogni mese attraversa fasi di fecondità e sterilità con il ciclo mestruale, la cui conoscenza diventa centrale per la comprensione della sessualità umana e per l’educazione all’amore.

Ogni mese, con la mestruazione il corpo femminile termina il ciclo durante il quale ha prodotto secrezioni per facilitare l’arrivo delle cellule maschili, ha fatto maturare un ovulo pronto all’incontro con uno spermatozoo e ha preparato l’utero ad accogliere queste prime due cellule unite che diventano vita; qualora infatti tale incontro non sia avvenuto, la cellula uovo e l’ispessimento uterino preparati si deteriorano e vengono eliminati con la mestruazione per poi dare inizio a un nuovo ciclo.

Ogni mese il corpo femminile si prepara a un incontro, ogni mese il corpo femminile si prepara ad accogliere, ogni mese il corpo femminile è pronto per diventare culla di una nuova vita. Conoscere e riconoscere la fase del ciclo mestruale in cui si è risulta fondamentale per la donna e per la coppia: diventa uno strumento primariamente di conoscenza e consapevolezza del proprio corpo e di sé, nonché un modo per essere consapevoli di come un atto sessuale in un determinato periodo possa essere o meno occasione di procreazione. A tale consapevolezza della fisiologia della sessualità umana si ritiene sia fondamentale educare le giovani generazioni, trasmettendo tramite questa conoscenza una visione positiva del corpo, dei suoi cicli e di come siano stati pensati proprio in funzione dell’incontro e della possibilità di generare.

Per l’essere umano il corpo e la sfera della sessualità portano dunque, insiti in loro, non solo la funzione riproduttiva o meglio dire procreativa, ma anche la natura dell’essere in relazione, in contatto con l’altro. Un rapporto sessuale completo, un incontro pieno tra le due persone, richiede infatti non solo l’unione meccanica di due corpi ma una predisposizione psicologica e personale all’unione. La sessualità nella coppia che si ama diventa dono di sé, incontro e occasione di amore e di apertura alla vita.

Non a caso rapporto sessuale, parto, allattamento e costruzione della relazione genitore-figlio vedono tutti come protagonista un ormone che viene secreto in queste occasioni, l’ossitocina, anche detto infatti l’“ormone dell’amore”, poiché coinvolto in ogni comportamento riproduttivo, sia nella donna che nell’uomo. La sua produzione avviene non solo grazie alla stimolazione tattile (come ad esempio il neonato che si attacca al seno e così facendo stimola la secrezione di ossitocina, a cui fa seguito la produzione di latte materno) ma grazie a una serie di condizioni di tranquillità, benessere, coinvolgimento, amore. Nella fisiologia umana è dunque inscritta una precisa direzione teleologica: a partire dal “funzionamento” naturale dei corpi si può intuire una finalità specifica della sessualità umana, volta alla relazione, alla procreazione e al dono personale di sé.

Da un punto di vista storico, se con la filosofia platonica la corporeità è stata considerata ostacolo allo spirito e prigione dell’anima, il cristianesimo, religione dell’Incarnazione del Verbo, ha riconosciuto un immenso valore al corpo. D’altra parte, la consapevolezza circa il ruolo della sessualità ha conosciuto uno sviluppo graduale. Con Agostino d’Ippona e con i vari Padri della Chiesa, il matrimonio fu spesso inteso, oltre che nella sua funzione procreativa e di educazione dei figli, anche come modo di indirizzare e contenere l’istinto sessuale. Da Tommaso d’Aquino fino al Concilio Vaticano II, tra i fini del matrimonio furono indicati la procreazione, il mutuo aiuto e il rimedio alla concupiscenza. Dalla metà del XX secolo, infine, molti movimenti hanno approfondito e studiato il matrimonio e la spiritualità coniugale, facilitando dunque un’apertura verso l’affermazione non solo dei fini sopra menzionati, ma anche della centralità dell’amore coniugale, della comunità di vita e della chiamata alla santità degli sposi con e nel matrimonio.

Giovanni Paolo II ha poi introdotto una teologia del corpo, centrata proprio sulla sessualità e sul matrimonio, trasmessa attraverso le sue udienze generali dal 1979 al 1984. Attraverso un’antropologia biblica, la sessualità e le differenze sessuali divengono esse stesse segni dell’essere a immagine di Dio (“maschio e femmina li creò”). Tale somiglianza con Dio, uno e trino, esclude un destino di solitudine per l’uomo e diviene evidente nella comunione tra i sessi. L’essere a immagine di Dio, dell’uomo e della donna, non deriva quindi esclusivamente dal loro avere uno spirito, un’anima, ma anche dall’essere persone, chiamate alla relazione e alla comunione.

Tale comunione tra uomo e donna diventa dono di sé e occasione di fecondità, proprio attraverso la sessualità e le differenze sessuali che contraddistinguono l’essere umano e mediante la libera scelta di donarsi, caratteristica univoca dell’essere persona. Dunque “Il corpo (…) è stato creato per trasferire nella realtà visibile del mondo il mistero nascosto dall’eternità in Dio, e così esserne segno” (Udienza, 20 febbraio 1980). Con la teologia del corpo, Giovanni Paolo II riprende inoltre l’Enciclica di Paolo VI Humanae vitae (1968), confermando l’inseparabilità, nell’unione coniugale, del significato unitivo e di quello procreativo, e ampliandone il messaggio, differenziando l’unione dei corpi, seppur legittima, dall’unione delle persone, che così diventa pienamente immagine della Creazione e via per la santità attraverso il dono di sé e l’apertura alla vita.

L’antropologia cristiana, infine, ha visto nella verginità, intesa come chiamata a un amore esclusivo per Dio e per gli altri in Dio, uno dei due modi di portare a compimento la vocazione all’amore dell’essere umano, in una autentica vita di relazione per gli altri e per l’Altro: «La Rivelazione cristiana conosce due modi specifici di realizzare la vocazione della persona umana, nella sua interezza, all'amore: il Matrimonio e la Verginità. Sia l’uno che l’altra, nella forma loro propria, sono una concretizzazione della verità più profonda dell'uomo, del suo “essere ad immagine di Dio”» (Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 1981, n. 11).

Tracce di lavoro

Laboratorio interdisciplinare: Accogliere, crescere ed educare un figlio: quali sono le sfide del mondo contemporaneo, cosa è cambiato rispetto al passato? Come viene affrontata la questione nei social media, nell’informazione, a livello giuridico? La società sostiene una coppia che desidera dare alla luce un figlio? Docenti di diverse discipline collaborino con gli studenti per la realizzazione di un percorso multimediale (video, pagina web, illustrazioni) sul tema, basato su una approfondita discussione preliminare.

Discutiamone insieme: La ciclicità della fertilità umana ci fa comprendere come la sessualità non sia una dimensione astratta e indeterminata ma profondamente radicata nei tempi e nelle modificazioni dell’organismo: il docente illustri alle studentesse e agli studenti le diverse fasi del ciclo mestruale, mettendo in luce come la conoscenza del proprio corpo e l’ascolto dei suoi segnali siano strumenti fondamentali per una sessualità consapevole, responsabile e aperta alla vita.

Discutiamone insieme: Parlando di amore, vale la distinzione tra l’aspetto relativo alla dimensione del bisogno (ricerca di soddisfazione, piacere, eros) e a quella del dono (altruismo, offerta di sé, carità, agape). Il docente promuova in classe una discussione su questi due aspetti, chiedendo agli studenti come comporli in una relazione d’amore piena e matura.

Approfondisci e rifletti: Il corpo è espressione della persona e delle sue relazioni. Che rapporto pensi possa esserci tra amore, sessualità e responsabilità?

In pillole
  • La conoscenza dello sviluppo sessuale, femminile e maschile, è fondamentale per la consapevolezza di sé e per l’educazione all’amore, alla sessualità e alla genitorialità consapevole.
  • L’incontro sessuale richiede non solo l’unione di due corpi ma una predisposizione psicologica e personale al dono di sé.
  • A partire dalla fisiologia si può intuire una finalità specifica della sessualità umana, volta alla relazione, alla procreazione e al dono personale di sé.
  • Il cristianesimo, religione dell’Incarnazione, ha riconosciuto un grande valore al corpo e alla sessualità, colta nelle sue finalità unitiva e procreativa.
  • La teologia cristiana afferma che l'essere umano, maschio e femmina, è creato a immagine e somiglianza di Dio, e ne riflette il carattere personale e relazionale.
Per approfondire
Dal Dizionario Interdisciplinare
Roberto Colombo,
Embrione umano
voci tratte da DISF e INTERS
Pagine scelte
Bellezza e funzioni del corpo umano
(413-427),
di Agostino di Ippona
L'uomo come persona e dono
(1975),
di Karol Józef Wojtyła
Femminilità e mascolinità
(2002),
di Rosarita Ghidelli
Sessualità e persona
(2008),
di Leda Galli
Selezione di brani su questioni di bioetica
(1980-2020),
di Magistero della Chiesa Cattolica
Indicazioni bibliografiche

Bibliografie tematiche:

Bioetica

Opere in rapporto con il Percorso:

R. Guardini, Il diritto alla vita prima della nascita (1949)

J. Lejeune, Il messaggio della vita (2002)

L. Galli, Dal corpo alla persona (2008)

F. Hadjadj, Mistica della carne (2009)

Altri documenti