Il cristianesimo e le religioni della terra

Giuseppe Tanzella-Nitti
Incontro interreligioso per la pace promosso ad Assisi da Giovanni Paolo II, 27 ottobre 1986.
In pillole

• Esiste un profondo legame tra religione e cultura. Le grandi domande sull’esistenza e sul senso della vita, espresse nelle manifestazioni culturali di ogni popolo, sono anche domande religiose

• Il rispetto dovuto ad ogni cultura, compreso l’impegno comune per proteggerla (ecologia integrale), è anche rispetto verso ogni religione in quanto manifestazione dello spirito umano.

• Per impostare il rapporto fra cristianesimo e religioni, è importante chiarire la differenza fra religione e superstizione, religione e magia, religione e mitologia, chiarendo le strumentalizzazioni della religione e le derive del vero senso religioso causate delle ideologie e dei fondamentalismi.

• La teologia cristiana propone il principio dell’inclusivismo: quanto di vero e di buono è presente nelle religioni della terra viene incluso nel cristianesimo, lo si riconosce appartenere al vero senso religioso, riferito all’unico e vero Dio.

• I Padri della Chiesa segnalarono l’esistenza di semi del Logos”, ovvero semi di verità, presenti anche al di fuori del cristianesimo, nella filosofia e nelle religioni, affermando tuttavia che il Logos si è fatto carne e si è reso accessibile in Cristo Gesù.

• Se le religioni della terra sono il moto ascendente con cui l’uomo invoca e cerca Dio, il cristianesimo si presenta piuttosto come il moto discendente con cui Dio stesso viene incontro all’uomo fino ad assumere, in Cristo, una vera umanità.

• È importante chiarire il rapporto fra religione e violenza mettendo in luce le derive ideologica e fondamentalista e fornendo una spiegazione delle pagine della sacra Scrittura che sembrano parlare di un volto violento di Dio. Senza libertà non ci può essere fede e neanche vera religione.

• La Chiesa cattolica è impegnata nella promozione del dialogo interreligioso specie in merito a temi di grande rilevanza sociale, come la pace, la custodia della casa comune, la promozione sociale, la difesa della vita umana e dei diritti dei più deboli.

Appartiene alla nostra esperienza quotidiana entrare in contatto con popoli diversi, di tradizioni e culture differenti. Quanto in passato conoscevamo attraverso le illustrazioni dei libri di viaggio o delle enciclopedie, possiamo oggi conoscerlo percorrendo le strade delle grandi metropoli o navigando in rete. Popoli e culture diverse vuol dire anche religioni diverse. Se nei Paesi europei sono in crescita coloro che si dichiarano non credenti o indifferenti rispetto ad ogni credo religioso, è ugualmente vero che l’appartenenza ad una specifica tradizione religiosa continua a caratterizzare la gran maggioranza degli abitanti del pianeta.

Nel 2020 coloro che dichiarano un’appartenenza al cristianesimo sono circa il 32% della popolazione mondiale (pari a circa 2,5 miliardi), mentre i musulmani rappresentano il 24% (poco meni di 2 miliardi) e gli induisti il 16% (1,25 miliardi). Seguono i buddisti, con il 7% e gli ebrei con meno del 2%. Poco più di un miliardo della popolazione, ovvero circa il 13%, non dichiara alcuna appartenenza. Non va dimenticato che la storia del genere umano ci mostra che vi sono credenze religiose storicamente estinte ed altre sorte in tempi a noi più vicini. Le forme storiche delle religioni vanno pertanto anche considerate, sotto certi aspetti, come concrezioni storico-culturali di un senso religioso che accompagna la specie umana fin dalle sue origini.

Il rapporto fra le diverse religioni, così come il rapporto fra cristianesimo e religioni, coinvolge aspetti di ambito culturale e sociale, ma anche questioni di diritto, legate alla vita civile e politica degli Stati. L’appartenenza religiosa, infatti, è più che una semplice convinzione personale, ma possiede anche una rilevanza pubblica. Esistono anche questioni legate alla presenza di diverse confessioni religiose in un medesimo sistema educativo e scolastico dello Stato.

I docenti delle discipline umanistiche potrebbero far notare agli studenti che il legame tra religione e cultura è assai stretto. Di fatto, le grandi domande sull’esistenza e sul senso della vita, che insieme alle molteplici dimensioni dell’umano vengono espresse nelle manifestazioni culturali di ogni popolo – arte, letteratura, musica, filosofia, ecc. – sono anche domande religiose. Il senso religioso, il senso della trascendenza, è l’asse attorno al quale una cultura cresce e si esprime. Questa semplice constatazione fa comprendere che il rispetto dovuto ad ogni cultura, compreso l’impegno comune per proteggerla (ecologia integrale), è anche rispetto ad ogni religione in quanto manifestazione dello spirito umano.

Ovviamente, va contestualmente chiarito cosa sia davvero una religione e cosa la differenzia dalle manifestazioni dell’umano che non lo sono, anche se queste possono a volte richiamare il nome di Dio. Tale chiarimento è previo ad ogni ulteriore studio del rapporto fra cristianesimo e religioni. I docenti di storia, di filosofia e di religione, anche con il contributo di alcuni docenti di materie scientifiche, potrebbero ad esempio far cogliere agli studenti la differenza fra religione e superstizione, fra religione e magia, fra religione e mitologia. E vanno anche chiarite le strumentalizzazioni della religione da parte di schieramenti politici, smascherando le derive delle ideologie e dei fondamentalismi.

Infine, sempre come propedeutica ad ogni studio del rapporto fra cristianesimo e religioni, andrebbe indirizzata la domanda sulla verità di una religione. Sono le religioni della terra manifestazioni totalmente soggettive dello spirito umano, elementi cangianti e incommensurabili fra loro, senza alcuna pretesa di verità universale e condivisa, semplici narrazioni morali finalizzate a sostenere la vita di un popolo? O, invece, possiamo considerarle espressione di una comune ricerca, con nomi e cammini diversi, che mira alla conoscenza e all’adorazione dell’unico Dio ed offre vere risposte alle domande di senso che le culture incontrano? Qual è, in definitiva, il rapporto fra religione e verità e come il cristianesimo, con la sua pretesa di verità, si colloca in questo rapporto?

Le sacre Scritture della tradizione ebraico-cristiana offrono una visione del senso religioso dell’intera umanità, senza limitarsi ad esporre la storia di un popolo o di una cultura. Il Dio di cui esse parlano è il Dio di tutto e di tutti. L’Antico Testamento espone il cammino religioso di tutto il genere umano, presentando la relazione privilegiata fra Dio ed Israele come finalizzata a promuovere e purificare il culto ad un solo e unico Dio, Creatore del cielo e della terra. Il Nuovo Testamento presenta il sacrificio pasquale di Gesù Cristo come evento finalizzato a fare degli uomini un solo popolo e un’unica famiglia, mediante il perdono dei peccati e la rivelazione del comune destino a partecipare, con il Risorto, alla vita di Dio.

A partire dalla metà del Novecento, la teologia cristiana ha progressivamente sviluppato il rapporto fra cristianesimo e religioni. Parlando delle diverse religioni della terra, la dichiarazione Nostra Aetate (1965) del Concilio Vaticano II afferma: «La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini». Il principio teologico adottato è quello dell’inclusivismo: quanto di vero e di buono è presente nelle religioni della terra viene incluso nel cristianesimo, vale a dire è riconosciuto appartenere al vero senso religioso, riferito all’unico e vero Dio, presente sia nel cristianesimo sia nelle altre religioni.

Fu questa la prospettiva dei Padri della Chiesa, che segnalarono l’esistenza di “semi del Logos”, ovvero semi di verità, anche al di fuori del cristianesimo, nella filosofia e nelle religioni, affermando tuttavia che il Logos si è fatto carne, e dunque si è rivelato in pienezza nel cristianesimo. Agostino di Ippona sostenne l’idea che solo il cristianesimo è vera religio, non perché le religioni siano false, ma perché esso conduce a pienezza il vero senso religioso, offuscato in molte tradizioni religiose dalla superstizione e dall’idolatria. Un esempio di tale inclusivismo lo si trova nel primo Rinascimento con Nicolò Cusano, autore dell’opera De Pace fidei (1453). Il principio inclusivista è anche principio cristologico: nel mistero di Gesù Cristo, morto per i peccati degli uomini e risorto dai morti, vero uomo e vero Dio, sono incluse le storie di tutti gli uomini, di ogni essere umano. La pretesa di verità del cristianesimo non è una pretesa che esclude, ma rivela e include l’autentico senso religioso presente in chiunque cerca sinceramente Dio.

Se le religioni della terra sono il moto ascendente con cui l’uomo invoca e cerca Dio, il cristianesimo si presenta piuttosto come il moto discendente con cui Dio stesso viene incontro all’uomo fino ad assumere, in Cristo, una vera umanità. Tale dinamismo fa sì che il cristianesimo non sia una cultura fra le altre, e in un certo senso neanche una religione fra le altre. Esso trascende ogni cultura e ogni manifestazione del senso religioso. Proprio per questo il cristianesimo può “inculturarsi”, cioè assumere ogni cultura della terra senza annullarla e includere ogni manifestazione dell’autentico senso religioso. L’annuncio del Vangelo cristiano nelle terre di missione si manifesta, pertanto, come un processo di inculturazione.

Un chiarimento certamente da affrontare in contesto scolastico è quello del rapporto fra religione e violenza. Ciò può essere fatto sulla scorta dei precedenti chiarimenti circa la deriva ideologica e fondamentalista della religione e la segnalazione delle sue strumentalizzazioni. In chiave storica, si può riprendere la critica del deismo illuminista alle religioni rivelate, al cristianesimo in particolare, ritenute fonte di intolleranza e di contrasto sociale. Un sereno esame tanto dell’epoca moderna come della contemporaneità potrà mostrare il limite di questa critica, specie se ci si rivolgerà alle fonti del Vangelo, le beatitudini del discorso della Montagna e gli insegnamenti sul perdono predicati da Gesù di Nazaret. Servendosi di qualche opportuno approfondimento esegetico, l’insegnante di religione cattolica potrà inquadrare nel loro giusto contesto quelle pagine dell’Antico Testamento che sembrerebbero mostrare un volto violento o vendicativo di Dio. Va qui inserita anche la relazione fra religione e libertà: senza libertà non ci può essere fede e neanche vera religione. Si tratta di un insegnamento esplicito nel documento Dignitatis humanae (1965) del Concilio Vaticano II.

La pretesa veritativa del cristianesimo e l’annuncio che Dio si è fatto uomo non impedisce alla Chiesa cattolica di promuovere il dialogo interreligioso specie in merito a temi di grande rilevanza sociale, come la pace, la custodia della casa comune, la promozione sociale, la difesa della vita umana e dei diritti dei più deboli. Gli ultimi decenni sono stati testimoni di importanti eventi voluti dai Pontefici romani – come quelli celebrati ad Assisi, Roma, Abu Dhabi – molti dei quali sono sfociati in documenti di rilievo, di cui andrebbe suggerita la lettura e il commento in classe. Opportuna anche la lettura di brani dell’enciclica Fratelli tutti (2020) di papa Francesco.

Tracce di lavoro: 

Laboratorio interdisciplinare: Il fenomeno delle migrazioni è tra i più rilevanti dell’epoca contemporanea. La scuola organizzi un evento sul tema dell’incidenza dell’appartenenza confessionale nel fenomeno migratorio, ricercando inoltre quale impegno concreto viene assunto dalle comunità religiose presenti sul proprio territorio in questo ambito.

Discutiamone insieme: Il docente esponga elementi di confronto tra le diverse tradizioni religiose (Ebraismo, Cristianesimo, Islam, Induismo, Confucianesimo, Buddismo), sui seguenti temi: a) rapporto fra religione e pensiero scientifico; b) rapporto fra religione e pensiero filosofico; c) visione dell’essere umano nei rapporti con Dio o con il divino; d) tipologia della mediazione del fondatore nei confronti di Dio o del divino.

Approfondisci e rifletti: Svolgi una ricerca sulla biografia dei seguenti fondatori di religioni, discutendo quali sono i principali elementi che emergono da un loro confronto: Gesù di Nazaret, Abramo, Maometto, Buddha, Lao Tze, Confucio.

Approfondisci e rifletti: Svolgi una ricerca sulla struttura del principale edificio di culto delle religioni cattolica, ebraica e islamica: chiesa, sinagoga, moschea. Descrivi le parti principali di ciascun edificio e le finalità che esse assolvono.

Per approfondire
voci tratte da DISF e INTERS
Pagine scelte: 
Discorso ai capi e rappresentanti delle religioni del mondo (27 Ottobre 1986), di Papa Giovanni Paolo II
Filosofia e teologia nel Cristianesimo e nell’Islam (21 febbraio 2006), di Rémi Brague
Documento sulla Fratellanza umana (2019), di Papa Francesco di Ahmad Al-Tayyeb
Opere influenti: 
Nicolò Cusano, La pace nella fede (1453), a cura di Giuseppe Tanzella-Nitti
John Locke, Lettera sulla tolleranza (1689), a cura di Danilo Serra
Voltaire (François-Marie Arouet), Trattato sulla tolleranza (1763), a cura di Michele Castaldo
Indicazioni bibliografiche: 

Opere in rapporto con il Percorso:

M. Eliade, Trattato di storia delle religioni (1948)

J. Ries, Le religioni (1993)

E. Guerriero (a cura di), L´uomo davanti a Dio. La preghiera nelle religioni e nella tradizione cristiana (1998)

 G. Magnani, Storia comparata delle religioni. Princìpi fenomenologici (1999)