Il libro contiene una raccolta tematica di lettere di Darwin riguardanti la religione, le conseguenze teologiche della teoria dell’evoluzione e la domanda su Dio. Il volume è stato composto e curato dal professor Telmo Pievani, associato di Filosofia delle Scienze Biologiche presso l’Università di Padova, noto al pubblico italiano per i suoi studi sull’evoluzione. Pur essendo il corpus della corrispondenza darwiniana che tocca queste tematiche molto abbondante, la selezione di lettere offerta da questa pubblicazione è certamente significativa ed ha il pregio di presentarle per la prima volta nel panorama dell’editoria italiana. Segnaliamo che alcune di esse erano state già offerte in una pagina del sito disf in occasione delle celebrazioni dell’Anno darwiniano 2009.
Se Darwin fosse credente o meno è un tema spesso affrontato e che ha sempre suscitato particolare attenzione anche nel dibattito pubblico, quasi come se dalla risposta a questa domanda potesse dipendere la compatibilità tra teoria dell’evoluzione biologica e fede cristiana. Come si legge nella raccolta proposta, l’Autore scriveva a John Fordyce nel 1879: «A me pare assurdo dubitare che un uomo possa essere un ardente teista e un evoluzionista. […] Quali siano le mie opinioni è questione di nessuna importanza per chiunque, salvo che per me stesso». (p.112)
Il tema dell’esistenza di Dio, direttamente affrontato dall’Autore nella sua Autobiografia senile (nella quale si definisce un teista), è un tema ricorrente nella sua corrispondenza. Darwin non impiegò mai la teoria dell’evoluzione biologica né come strumento, né come prova per negare l’esistenza di un Creatore. Nella lettera sopra citata si legge: «Anche nelle mie oscillazioni più estreme non sono mai stato ateo, nel senso di negare l’esistenza di un Dio» (ibidem).
Leggendo per intero la raccolta si evince come il pensiero dello scienziato non sia facilmente catalogabile e come le sue stesse convinzioni siano “altalenanti”. Le tematiche della presenza del male naturale nel mondo e della contingenza apparentemente a-finalistica dell’evoluzione risultano profondamente radicate e presenti all’autore nella loro problematicità. Dalle intime e profonde riflessioni presenti emergono più dubbi che certezze, più domande che risposte.
Le trentadue lettere riportate sono introdotte da una sintetica introduzione finalizzata ad una loro utile contestualizzazione. Tra le lettere presenti troviamo quelle destinate agli amici Asa Gray e Joseph Hooker, quelle scambiate con il vecchio parroco di Down o quella in risposta a Mary Everest Boole. Questa breve raccolta consente di cogliere una parte dell'umanità autentica di un grande scienziato e innovatore e ha il pregio di rivelare una interessante prospettiva sul suo stile, sul suo carattere, sulle sue incertezze e sulle sue convinzioni.