Scientific Perspectives on Divine Action. Twenty Years of Challenge and Progress

Il convegno che si tenne presso la Specola Vaticana dal 21 al 26 settembre del 1987, in occasione dei 300 anni della pubblicazione dei Principia di Newton, ha rappresentato un momento significativo per il dialogo contemporaneo tra scienza e fede. Giovanni Paolo II volle che tale ricorrenza divenisse il trampolino di lancio per una lunga ed articolata riflessione sui rapporti tra i vari ambiti delle scienze fisiche e gli altrettanto vari ambiti della prospettiva religiosa. Il primo passo di tale percorso – del quale il presente libro rappresenta un ideale, anche se provvisorio, punto di arrivo – fu la pubblicazione del volume degli atti, intitolato: Physics, Philosophy and Theology: A Common Quest for Understanding (1988), la prefazione del quale fu scritta dall’allora direttore dell’Osservatorio Vaticano, Gorge V. Coyne, punto di riferimento umano e spirituale dell’impresa che stava per iniziare. George Coyne si fece promotore di una nuova serie di cinque convegni su scienza e teologia, che si tennero con cadenza regolare dal 1992 fino al 2000. L’organizzazione dell’intero ciclo fu affidata a tre studiosi di chiara fama internazionale, da tempo impegnati nelle riflessione interdisciplinare: Nancey Murphy (professore di filosofia cristiana al Fuller Theological Seminary di Pasadena, California), Robert J. Russell (direttore del CTNS, Center for Theology ad Natural Sciences, di Berkeley, California) e William R. Stoeger (astronomo e cosmologo del Vatican Observatory).

La serie di convegni scaturita dal 1987 è considerata uno dei maggiori eventi a livello internazionale di questi ultimi vent’anni per quanto riguarda il campo dei rapporti tra scienza e teologia, sia per la partecipazione, sia per la quantità di pubblicazioni prodotte e le tematiche affrontate. Infatti, vi hanno preso parte quasi cinquanta studiosi, molti dei quali con competenze interdisciplinari in fisica, astronomia, cosmologia, matematica, biologia evolutiva e molecolare, neuroscienze e scienze cognitive, filosofia della scienza, storia della scienza, storia delle religioni, patristica, teologia sistematica, antropologia teologica, ecc. Dai loro contributi ne sono scaturiti cinque volumi, ognuno dei quali raccoglie gli Atti di un convegno (per un totale di novantuno articoli): 1) Quantum Cosmology and the Laws of Nature (1993); 2) Chaos and Complexity (1995); 3) Evolutionary and Molecular Biology (1998); 4) Neuroscience and the Person (1999); 5) Quantum Mechanics (2001).

L’intento del progetto, così come l’obiettivo condiviso dai partecipanti al ciclo, è stato anche quello di creare una nuova metodologia di ricerca su scienza e teologia, mirata soprattutto ad eliminare le incertezze terminologiche, a chiarire il ruolo della filosofia all’interno del dialogo scienza-fede, e a promuovere lo scambio reciproco di idee fra scienziati e teologi. L’idea chiave era quella di indicare un unico guiding theme, un’unica nozione complessa che mettesse in evidenza le diverse prospettive teologiche, delineasse le implicazioni con le scienze, e attraesse l’interesse degli scienziati per ulteriori riflessioni circa il proprio ambito di ricerca. Nel giugno del 1990 il comitato organizzatore individuò questo tema centrale nel concetto di “Divine Action” – azione divina, in quanto denso di implicazioni sia teologiche che scientifiche.

Il presente volume rappresenta il bilancio critico del progetto complessivo ed è costruito secondo una doppia logica. La prima parte presenta un lungo e dettagliato saggio introduttivo di Robert J. Russell, che ha lo scopo di fornire una valutazione complessiva della serie di cinque volumi, chiarisce il senso del concetto di “Divine Action” e ne fornisce una sintetica descrizione. Russell elenca sei approcci che normalmente vengono usati per tentare di formalizzare l’azione divina.

La restante parte del volume è costituita da una serie di saggi esemplificativi rispetto alle tematiche più importanti affrontate nei cinque convegni, agli sviluppi apportati, ai nuovi campi di ricerca sondati ed ai problemi ancora aperti, il tutto alla luce dell’azione divina come chiave di lettura trasversale tra problematiche scientifiche, filosofiche e teologiche. Questa seconda parte è a sua volta suddivisa in due sotto sezioni, la prima delle quali analizza alcuni problemi di ordine filosofico, mentre la seconda di ordine teologico.

Il volume costituisce una interessante sintesi di un lavoro di notevole portata, di riferimento per la riflessione teologica che intenda rapportarsi con i risultati delle scienze naturali.