Arte nuova di pensare

Recuperando un’antica tradizione presente nelle opere pedagogiche di molti autori classici, Jean Guitton scrive questo breve libretto rivolgendosi, con affetto paterno, ad una misteriosa interlocutrice di nome Irene. L’A. le rivolge i propri consigli in merito al corretto esercizio dell’intelligenza, poiché, come egli dichiara, «è un dovere per tutti essere intelligenti». Dopo aver ricordato come il pensiero autentico nasca solo dalla capacità di stupirsi e di ammirare, l’A. ci descrive tre procedimenti attraverso cui rendere più feconde le nostre riflessioni. Il primo è l’elezione, cioè innanzitutto la scelta di ciò che più corrisponde alle attitudini del nostro spirito, poiché Guitton dice: «non posso comprendere se non ciò che risponde a qualche cosa di me stesso». Ma elezione è anche opera di sintesi, scelta di una pagina, e poi di una formula, di una frase, che individuiamo come rappresentativa del pensiero che stiamo considerando. Successivamente abbiamo l’esercizio della distinzione, che ci invita a cercare le sfumature tra concetti simili ma non identici, e ci porta a constatare i limiti del nostro linguaggio di fronte alla complessità del reale. Infine si propone la ricerca della contraddizione: per rafforzare le proprie convinzioni, occorre metterle a confronto con il pensiero opposto, rovesciare il proprio argomento per saggiare la forza dei ragionamenti dell’avversario; la ricerca di paradossi che si oppongono al pensiero ordinario è sempre un’utile stimolo alla riflessione. Da notare che l’A., dopo aver descritto le dinamiche del pensare, invita anche a prendere le distanze da una posizione idealista, che identifica il pensiero con l’essere. Per questo egli invita a prediligere ilmetodo, che dà la preminenza al confronto col reale, rispetto al sistema, che si basa principalmente sulla propria coerenza interna. La prosa di Guitton si mantiene, come sempre, brillante e incisiva, il suo pensiero fine, profondo e capace di stimolare nel lettore la riflessione.

G. T. N.