L’opera di Newman, divenuta ormai un classico, è composta dalle nove conferenze inizialmente intitolate The Scope and Nature of University Education con le quali egli, chiamato dai vescovi irlandesi a dirigerne il progetto, presentò a Dublino nel 1852 la sua idea di università cattolica. Il lettore di lingua italiana può agevolmente riferirsi alla bella opera curata da Michele Marchetto e pubblicata da Bompiani la quale, offrendo il testo inglese a fronte, include come seconda parte 10 ulteriori conferenze tenute nella medesima università.
Tesi centrale del progetto newmaniano è la concezione di una università come luogo di formazione al giudizio critico e all’onestà intellettuale, ove si possano formare persone colte (gentlemen), ovvero persone in grado di cogliere il valore della propria disciplina nel contesto di tutte le altre. Ciò viene qualificato dall’A. col termine di “educazione liberale”, in opposizione a ciò che risulterebbe “servile”; l’espressione vuole quindi indicare apertura di orizzonti, saper vivere, educazione all’ascolto e alla collaborazione. L’educazione universitaria che Newman propone è, come egli stesso afferma, un’educazione che fornisce all’uomo una chiara consapevole visione delle sue stesse opinioni e dei suoi stessi giudizi, un’autorità nello svilupparli, un’eloquenza nell’esprimerli, e una forza nell’imporli. L'educazione universitaria insegna a vedere le cose come sono, ad andare diritto al nocciolo, a sbrogliare pensieri confusi, a scoprire quel che è sofisticato, e ad eliminare quello che è privo di rilievo. Prepara pertanto a ricoprire un posto con onore, e a dominare ogni argomento con facilità. Mostra come adattarsi agli altri, come mettersi nella loro condizione mentale, come presentare ad essi la propria, come influenzarli, come intendersi con loro, come sopportarli. Chi usufruisce con profitto di una simile formazione, conclude Newman, si trova a suo agio in qualsiasi società. L’università, liberata dal sapere finalizzato ad una funzione specificamente determinata, diviene luogo della libertà del sapere. L’educazione profilata si distingue dalla semplice istruzione, si distingue dalla formazione professionale e anche dalla formazione religiosa e morale. L’università è chiamata a dare la capacità di giungere ad una visione unificata della realtà, alle distinzioni fra le varie discipline ed ai nessi fra le loro conoscenze, ad un giudizio critico sulle conclusioni cui ciascuna di esse perviene, riconoscendo nel contempo il contributo di ogni sapere parziale alla ricerca di una verità colta come coerenza con il tutto. L’università è per eccellenza il luogo della interdisciplinarità ed è vista dall’A. come una comunità viva, ove il dialogo e la conoscenza reciproca costituiscono una base irrinunciabile. Tutti i settori del sapere, sostiene Newman, sono almeno implicitamente l’oggetto dell’insegnamento universitario; questi settori non sono isolati e indipendenti l’uno dall’altro, ma formano insieme un tutto o un sistema; essi si fondono e si completano vicendevolmente, e l’esattezza e la veridicità del sapere che essi, ciascuno per suo conto, trasmettono, sono relative alla visione che ne abbiamo come di un tutto. Significativo il ruolo che Newman attribuisce all’insegnamento della teologia, giustificandolo su basi culturali ed antropologiche.
Fra gli argomenti universitari discussi in conferenze e saggi di occasione, il volume curato da Marchetto raccoglie interventi fra i cui titoli segnaliamo: "Il Cristianesimo e la scienza fisica"; "Il Cristianesimo e la ricerca scientifica"; "Il Cristianesimo e la scienza medica". Una ricca monografia introduttiva abilita il lettore a contestualizzare in modo profondo e articolato l'opera newmaniana.