Il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina è stato assegnato (per intero) a Svante Pääbo, genetista svedese Direttore del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, a Lipsia, in Germania.
La motivazione del prestigioso riconoscimento recita: “per le sue scoperte a proposito dei genomi di ominidi estinti e dell’evoluzione umana”. Pääbo è noto, non solo nella comunità scientifica di appartenenza, per aver sequenziato il genoma dell’uomo di Neanderthal, per aver scoperto una specie di ominidi, oggi nota come Homo di Denisova, studiando il DNA mitocondriale di un frammento di osso di dito ritrovato presso Monti Altaj in Siberia, e per aver mostrato come nel genoma degli attuali H. sapiens (la nostra specie) euro-asiatici si trovino porzioni di DNA neandertalense e denisoviano.
Di fatto, con questi suoi studi, Svante Pääbo ha fondato una nuova disciplina scientifica, detta “paleogenomica”, in grado di recuperare, sequenziare e studiare il DNA di specie estinte a partire da reperti paleontologici. Come si legge nel comunicato stampa per il conferimento: “Attraverso la sua ricerca pionieristica, Svante Paabo ha realizzato qualcosa di apparentemente impossibile: sequenziare il genoma del Neanderthal, un parente estinto degli esseri umani di oggi”.
Il neolaureato premio Nobel per la Medicina 2022 ha rilasciato un’intervista telefonica dalla quale traspare la dedizione alla ricerca e la sensibilità per le implicazioni ampiamente antropologiche e interdisciplinari dei suoi studi specialistici.