È così che la raccolta accoglie il lettore: iy·∂ψ = mψ. Questa equazione, l’equazione di Dirac, com’è presto chiarito, è considerata la più bella di tutta la fisica. Solo questo dato dovrebbe far riflettere il lettore sullo statuto della bellezza e sulla posizione di Paul Dirac, che ha anche trovato spazio nelle aule universitarie di fisica.
Il libro contiene una raccolta di testi scritti in epoche diverse, ma accomunati dalla riflessione personale maturata dallo scienziato premio Nobel sulla fisica e sulla ricerca: il rapporto che la fisica ha con la matematica e il metodo da adottare per ottenere nuove scoperte, la vita di ricerca del fisico, non scevra da speranze e paure (che possono influenzarlo nel bene e nel male), la differenza tra «piccoli passi» e «grandi salti», la sintetica ricostruzione dei cambiamenti avvenuti nella fisica del ‘900 e dei quali è stato attore e spettatore nonché le sue aspettative per il futuro. Dirac si dichiara convinto che avverranno ulteriori cambiamenti nella nostra immagine della natura, ancora incompleta e imperfetta, fino a giungere ad uno stato pressoché “definitivo”. Nella traduzione italiana sono stati espunti alcuni passaggi molto tecnici, sebbene sia comunque necessaria una certa conoscenza della fisica per apprezzare appieno il senso di alcuni passi.