Ultimo nato di una famiglia numerosa, di modesta estrazione sociale e con salde radici cristiane a 10 anni entrò nel Collegio dei Padri gesuiti di Reggio Emilia. Ammesso nel noviziato della Compagnia di Gesù, compì gli studi presso il Collegio Romano mostrando una grande inclinazione per le scienze, in particolare per la matematica e la fisica. Dopo alcuni anni trascorsi a Loreto insegnando fisica, tornò a Roma per completare gli studi teologici e qui ricevette l'ordinazione sacerdotale nel 1847. Nell'anno successivo, a seguito dei gravi moti politici, fu costretto a rifugiarsi prima in Inghilterra poi negli Stati Uniti dove ebbe l'occasione di entrare in contatto con un ambiente scientifico innovativo e di apprendere le teorie più moderne nel campo della fisica e della meteorologia. Al suo ritorno a Roma assunse la direzione dell'Osservatorio del Collegio Romano. Si preoccupò di rinnovarne la strumentazione, di iniziare la pubblicazione delle Memorie dell'Osservatorio e di far costruire un apposito locale per le osservazioni sulla crociera della chiesa di s. Ignazio, sfruttando i quattro robusti pilastri che avrebbero dovuto sostenere la cupola, mai realizzata. Con la presa di Roma nel 1870 iniziò per Secchi un periodo di grandi difficoltà. Pur conservando la direzione dell'Osservatorio, fu costretto ad abbandonare per motivi politici la cattedra universitaria di Astronomia fisica all'Università La Sapienza. Nel 1877 si manifestarono i primi sintomi di un male incurabile allo stomaco che lo avrebbero portato in breve alla morte, avvenuta a Roma il 26 febbraio 1878.
Gli interessi di Angelo Secchi furono molteplici: oltre all'astronomia, la sua attività spaziava dall'archeologia alla geodesia, dalla geofisica alla meteorologia. In ogni caso il suo principale campo di ricerca fu quello dell'astrofisica. Fu tra i primi ad occuparsi dello studio fisico dei corpi celesti, soprattutto attraverso tecniche allora in via di sviluppo quali la fotografia e la spettroscopia. Nel 1871 assieme agli astronomi Pietro Tacchini e Lorenzo Respighi fondò la “Società degli Spettroscopisti Italiani”, che trasformatasi nel 1920 esiste tuttora con il nome di “Società Astronomica Italiana”. Nel corso di pochi anni riuscì ad osservare e catalogare oltre quattromila spettri stellari con un lavoro da lui stesso definito “forte, lungo e faticosissimo”. La sua classificazione, inizialmente accolta con grande favore, fu poi sottoposta a revisione da grandi astronomi come Sir J. Norman Lockyer ed Edward C. Pickering, ma costituì ugualmente un passo iniziale molto importante, poiché mise in evidenza che il comportamento delle righe spettrali (numero, posizione ed intensità) dipende dal colore della stella, ovvero dalla sua temperatura.
Rilevanti furono anche i suoi studi sul Sole, in particolare sulla cromosfera e sulle protuberanze solari, raccolti nel trattato Le Soleil (1870). Fu molto apprezzato per le sue doti di divulgatore scientifico; si ricordi in particolare l'opera Sull'unità delle forze fisiche (1864) nella quale Secchi si proponeva di mostrare “come i fenomeni della fisica comune si possano ridurre alle leggi generali del movimento e della materia”.
Nei confronti delle teorie evolutive, affermatesi nella seconda metà dell'Ottocento, ricercò sempre il dialogo e il confronto, mostrando quanto ancora rimanesse di incompiuto nelle teorie e difendendo al tempo stesso l'autorità morale della Sacra Scrittura. «L'idea delle successive trasformazioni presa con debita moderazione non è punto inconciliabile colla ragione, né colla religione. Infatti, ove non si voglia tutto eseguito per pure forze innate e proprie della materia bruta, ma si ammetta che queste forze non d'altronde derivassero che dalla Cagione prima che creò la materia, e ad essa diede la potenza di produrre certi effetti, non vi è nessuna intrinseca repugnanza per credere che, fino a tanto che non interviene nessuna forza nuova, possano svilupparsi certi organismi in un modo piuttosto che in un altro, e dar origine così a differenti esseri. Ma, quando da una serie di questi esseri si passa ad un'altra che contiene un nuovo principio, la cosa muta aspetto. Dal vegetale senza sensibilità non potrà passarsi all'animale che ha sensazioni, senza un nuovo potere che non può venire dalla sola organizzazione, né dalla sola materia. E molto più dovrà dirsi ciò quando si passa dal bruto animale all'uomo che ragiona, riflette ed ha coscienza. Un nuovo principio deve associarsi allora alle forze fisiche della materia per avere questi risultati» (Lezioni di Fisica Terrestre , 1879, p. 199).
Come altri suoi contemporanei, considerando l'onnipotenza divina, non escluse la possibilità di altre forme di vita nell'universo. «Ma il creato, che contempla l'astronomo, non è un semplice ammasso di materia luminosa: è un prodigioso organismo, in cui, dove cessa l'incandescenza della materia, incomincia la vita. Benché questa non sia penetrabile ai suoi telescopii, tuttavia, dall'analogia del nostro globo, possiamo argomentarne la generale esistenza negli altri. La costituzione atmosferica degli altri pianeti, che in alcuni è cotanto simile alla nostra, e la struttura e composizione delle stelle simile a quella del nostro sole, ci persuadono che essi o sono in uno stadio simile al presente del nostro sistema, o percorrono taluno di quei periodi, che esso già percorse, o è destinato a percorrere» (Lezioni di Fisica Terrestre , 1879, pp. 214-215).
La forte personalità religiosa che animò Secchi costituì il perno sul quale venne ad innestarsi il suo amore per una scienza fondata sul rigore metodologico e sull'onestà intellettuale. Vissuto in un'epoca non facile per i rapporti tra Stato e Chiesa, oltre che tra scienza e fede, venne spesso a trovarsi tra due fuochi: da una parte l'anticlericalismo laico e dall'altra un certo intransigentismo religioso. In lui possiamo vedere un punto di incontro tra lo scienziato appassionato e l'uomo di fede convinto e aperto al dialogo. Nella propria vita fu sempre animato da un grande amore alla verità, tenacemente perseguita con i mezzi della scienza e con i principi della fede. Fu sempre sostenuto dalla certezza che le visioni del mondo che la fede e la scienza forniscono all'uomo sono armoniche e complementari: studiare i fenomeni naturali è contemplare la grandezza del Creatore.
Bibliografia:
I. CHINNICI, Secchi, Angelo, in DISF, vol. II, pp. 2089-2098
M.G. FRACASTORO, Angelo Secchi pioniere dell'astrofisica , in I. Tagliaferri, E. Gentili (a cura di), Scienza e fede. I protagonisti, De Agostini, Novara 1989, pp. 158-164
S. MAFFEO, La Specola Vaticana. Nove papi, una missione , LEV, Città del Vaticano 2001