L’infinita scienza di Leopardi

Il volume nasce dalla collaborazione tra Giuseppe Mussardo, professore di fisica teorica alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, e Gaspare Polizzi, storico della filosofia e della scienza, membro del Comitato scientifico del Centro Nazionale di Studi Leopardiani. Il dialogo tra uno scienziato e un letterato, tra sapere scientifico e sapere umanistico, è infatti indispensabile per rendere conto della complessità e della vastità d’interessi di una figura come quella di Giacomo Leopardi. Lasciate da parte le semplificazioni scolastiche, il poeta viene qui presentato attraverso le diverse sfaccettature del suo ricco percorso intellettuale: l’erudizione giovanile, l’interesse per le scienze del suo tempo – prime fra tutte l’astronomia e la chimica –, la conversione alla letteratura, la speculazione filosofica della maturità. Il volume presenta una struttura tripartita: in primo luogo viene affrontato il tema “Leopardi e il cielo”, quindi “Leopardi e la materia” e infine “Leopardi e l’infinito”. All’interno di ogni singola parte, una ulteriore scansione – molto utile in una prospettiva didattica – prevede un capitolo sui rapporti tra il pensiero di Leopardi e le scienze, una sezioni di approfondimenti (dedicati in particolar modo agli sviluppi scientifici ottocenteschi e novecenteschi, a vario titolo collegati alle intuizioni leopardiane) e un repertorio di illustrazioni fotografiche relative ai temi, agli autori e agli scienziati citati nel testo. La veste grafica del volume, di particolare pregio, rende la lettura piacevole e appassionante, grazie anche alla vivacità delle immagini che fanno da contrappunto al testo. Al di là dell’interesse biografico e culturale per il personaggio di Leopardi, il volume suscita una riflessione in merito alla ricerca interdisciplinare e in particolare sull’integrazione tra sapere scientifico e sapere umanistico. La formazione del giovane Giacomo, curata – diversamente da quanto spesso abbiamo sentito sui banchi di scuola – in maniera sorprendentemente moderna dal padre, il conte Monaldo, dimostra che il divorzio tra scienze esatte e scienze umane è un prodotto relativamente recente, dovuto a una iper-specializzazione che, pur avendo conseguito notevoli risultati, non di rado ha sacrificato una visione integrata e armonica dei vari aspetti della realtà. Contro l’idea di un sapere per compartimenti stagni, nelle pagine di Mussardo e Polizzi troviamo, ad esempio, un giovane Leopardi autore di una Storia dell’Astronomia. Dalla sua origine fino all’anno MDCC-CXI (1813), poco incline alla matematica ma appassionato di chimica e dello studio dei fenomeni elettrici, impegnato in una riflessione sulle diverse caratteristiche del linguaggio scientifico (i “termini”) e del linguaggio letterario (le “parole”), impegnato in appassionanti disquisizioni su temi filosofici come il problema del male, il posto dell’uomo nel cosmo, la possibilità di un infinito attuale, l’esistenza di Dio. Una ricchezza di interessi e di problemi che sa tradursi in un linguaggio poetico capace di porre le grandi domande dell’esistenza.