Cop26: in Vaticano leader religiosi e scienziati a confronto sui cambiamenti climatici

18 Giugno 2021

Scienziati e religiosi a confronto sui cambiamenti climatici in vista della Cop26, che si svolgerà a Glasgow dal 1 al 12 novembre 2021. E' l'incontro “Faith and Science: Towards Cop26”, promosso dalle Ambasciate del Regno Unito e dell’Italia presso la Santa Sede, insieme alla stessa Santa Sede, in porgramma per il 4 ottobre 2021. L’evento vedrà la partecipazione di una quarantina di leader religiosi insieme ad un gruppo di scienziati che la mattina parteciperanno ai lavori in Vaticano, per poi spostarsi nel pomeriggio nella sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.
   
Papa Francesco ha mostrato il suo “profondo interesse per l’ambiente e la tutela della casa comune fin dall’inizio del pontificato, interesse che è diventato tangibile nella sua enciclica Laudato Sì”, ha detto mons. Paul Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, presentando l'evento alla stampa. Evento al quale è attesa anche la partecipazione del Pontefice: “È molto interessato e coinvolto, sarei sorpreso che non partecipasse all’evento”, ha sottolineato Gallagher riferendosi all’appuntamento del 4 ottobre.
 
Una data non casuale: è il giorno di San Francesco, il cui “Cantico delle Creature” dà il nome all’enciclica “Laudato sì”, sulla cura del creato; ma è anche l’anniversario della pubblicazione dell’enciclica “Fratelli tutti”, firmata ad Assisi il 4 ottobre 2020. Testi del magistero di Francesco nei quali i cambiamenti climatici e la cura del pianete sono i punti principali. “La tutela della casa comune è un tema per il quale sta crescendo il senso di urgenza. Ogni cosa è connessa e i cambiamenti climatici non hanno confine”, ha sottolineato mons. Gallagher parlando dell’importanza del dialogo tra tutte le parti in campo. «Dobbiamo lavorare uniti, camminare insieme sulla strada verso Glasgow”.
 
Ma “Faith and Science: Towards Cop26”, ha anche l’obiettivo di approfondire, sviluppare e mettere a confronto la sensibilità per i temi ambientali che accomuna le diverse religioni e tradizioni spirituali e di offrire quindi “un impulso inedito alla Cop26 nell’anno in cui Italia e Gran Bretagna hanno anche rispettivamente la Presidenza del G20 e del G7”, ha spiegato l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani.
 
“Sarà un’occasione inoltre per promuovere un confronto sui temi ecologici correlati con quelli della giustizia sociale e per riflettere su un modello di sviluppo che non può continuare a produrre un insostenibile costo ambientale e ad accrescere le diseguaglianze sociali ed economiche, aspetti peraltro aggravati dagli effetti della pandemia Covid-19, che ha messo anche in luce le diseguaglianze sull’accesso all’assistenza sanitaria”, ha aggiunto sottolineando che “il cambiamento climatico è anche una questione morale: dobbiamo intensificare con urgenza il nostro agire per rispondere alla minaccia del cambiamento climatico, in particolare per le giovani generazioni e per i paesi e le comunità più vulnerabili”.
   
“I leader religiosi – ha concluso l’ambasciatore Sebastiani – hanno già svolto in passato un ruolo chiave nel creare le condizioni per il successo della Cop21 di Parigi nel 2015 e molti di loro hanno più volte fatto riferimento alla responsabilità condivisa delle persone di fede di prendersi cura dell’intero Creato”.