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Scienza e religioni per la pace

Quanto stiamo vivendo in questi giorni a motivo della guerra in Ucraina interpella anche le nostre coscienze. Come membri del Centro di ricerca DISF, ci sentiamo spinti anche noi a consegnare una breve riflessione. Siamo incoraggiati dai numerosi Enti scientifici che in questi giorni hanno rilasciato dichiarazioni di condanna all’invasione russa dello Stato Ucraino e di solidarietà con chi sta soffrendo le conseguenze di questa guerra, in particolare i moltissimi civili assediati nelle maggiori città dell’Ucraina, le cui condizioni critiche sono sotto gli occhi di tutti e ci fanno soffrire. 

Dopo la fine della II Guerra Mondiale siamo stati tutti testimoni di come la ricerca scientifica, nel promuovere le nostre conoscenze sul mondo e sulla vita, abbia anche unito tutti i popoli. I laboratori, le università e le stazioni spaziali hanno ospitato uomini di nazioni, culture e religioni diverse, impegnati nel comune obiettivo di contribuire al progresso umano. La pace nel mondo, in modo discreto ed efficace, si costruisce anche qui. Nei giorni scorsi lo hanno ricordato molti organi scientifici internazionali, come la International Astronomical Union, e numerosi Councils non governativi, come l’International Science Council e la Society for Science. Università europee stanno assegnando borse di studio a studenti che dall’Ucraina si rifugiano nei nostri Paesi, concedendo loro ogni tipo di facilitazione. Alle sanzioni economiche decise dalle Nazioni contro la Russia non corrispondono sanzioni contro gli scienziati e i ricercatori russi. Un nutrito gruppo di scienziati russi afferenti alla European Union Science and Diplomacy Alliance ha pubblicato una lettera di condanna dell’invasione delle forze militari russe in Ucraina. Sulla ISS due astronauti russi continuano a lavorare fianco a fianco assieme ai loro colleghi europei e americani. Se i governi nazionali stabiliranno qualcosa di diverso nelle prossime settimane, saranno decisioni subite dagli astronauti, non certo promosse da loro. In una lettera che gli scienziati del CERN hanno indirizzato il 1 marzo al Presidente del CERN Eliezer Rabinovici per manifestare solidarietà al popolo ucraino, chiedono ugualmente di sostenere gli scienziati russi che lavorano nell’Istituto. L’Accademia dei Lincei pubblica un vibrante appello di scienziati russi per la pace, contro l’invasione bellica in atto.

In una lettera indirizzata al direttore di Avvenire il 3 marzo, Piero Benvenuti, membro del Consiglio Scientifico del Centro DISF, torna a sottolineare il valore unificante della scienza e incoraggia a spegnere le insegne pubblicitarie notturne, un gesto che oltre a causare un risparmio di energia e ridurre così il flusso di denaro verso la Russia, ci aiuterebbe a guardare nuovamente il cielo stellato, anche dalle nostre città, ricordandoci che tutti gli uomini, di qualsiasi popolo e cultura, condividono il dono della vita in questo meraviglioso e misterioso universo. Franco Malerba, primo astronauta italiano in orbita e padrino del lancio pubblico di DISF Educational, ricordava che quando si osserva la terra azzurra dallo spazio, meravigliosa e fragile, ci si chiede davvero come gli uomini possano lottare fra di loro su questo pianeta.

Siamo ugualmente persuasi che anche le religioni di tutto il pianeta, insieme alla comunità scientifica, siano una grande risorsa per la promozione della pace nel mondo. Al di là delle differenze di prospettiva, l’orientamento che esse determinano sulla coscienza dei popoli si dirige ad unire gli esseri umani, a rispettare il creato, a promuovere la solidarietà. Come la scienza, anche le religioni ci aiutano a guardare verso l’alto, e anche dentro noi stessi, per farci cogliere la vita come un dono e l’essere del mondo come un mistero. Il gesto di papa Francesco di recarsi, fuori ogni protocollo, presso l’ambasciatore russo in Vaticano per esortare alla pace, insieme al suo invito, rivolto a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a digiunare e pregare per la pace del mondo, sono gesti che parlano da soli ed hanno dei paralleli in altri capi religiosi del pianeta. L’influsso del cristianesimo, religione storicamente presente negli Stati oggi in guerra e in quelli che ne seguono le sorti, non è spento. Il pianto dei soldati russi di fronte alle distruzioni e alle morti di civili in Ucraina, il modo fraterno in cui gli ucraini hanno accolto e nutrito i nemici che si sono arresi, le reazioni di solidarietà delle nazioni limitrofe con gli sfollati e le vittime di guerra, sono riflessi di quanto una coscienza religiosa è ancora in grado, malgrado tutto, di sentire e operare.

In un significativo discorso tenuto qualche giorno fa, il rappresentante del Kenya alle Nazioni Unite, Martin Kimani, affermava che i popoli africani sanno bene che la pace fra i loro popoli non dipende dal rispetto geometrico dei confini dei loro stati – confini da loro in qualche modo subiti perché tracciati a tavolino al termine del periodo coloniale – ma dalla loro capacità di relazione e di collaborazione. “Se al momento dell'indipendenza avessimo scelto di perseguire gli stati sulla base dell'omogeneità etnica, razziale o religiosa, – affermava Kimani – avremmo continuato a condurre guerre sanguinose molti decenni dopo”. Invece, “abbiamo deciso che ci saremmo accontentati dei confini che abbiamo ereditato”, e “piuttosto che formare nazioni che guardassero sempre indietro nella storia con una pericolosa nostalgia, abbiamo scelto di guardare avanti”.

È la qualità delle relazioni che preserva la pace, il sapersi parte di progetti e di visioni comuni, la capacità di vedere e considerare tutti gli uomini come collaboratori e fratelli. La scienza e le religioni vivono di queste relazioni, le nutrono e le promuovono. Ci auguriamo che la crisi fra Russia e Ucraina, che coinvolge assai di più di quanto riguarda questi Stati, possa presto risolversi. Condividiamo le ansie e le preoccupazioni di tante persone, in questi giorni, per una possibile escalation bellica. Al tempo stesso desideriamo comunicare a tutti anche la nostra speranza nell’essere umano, nella sua coscienza, incoraggiando alla preghiera per la pace tutti coloro che condividono la fede in un Dio Creatore.

 

Il team del Centro di Ricerca DISF